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Il momento è indubbiamente periglioso e difficile: Lazzaro Santandrea si trova a varcare la soglia dei fatidici 26 anni (sarebbero 40 ma, essendo nato quattordicenne, la fatidica soglia lui la supera a 26). Bisogna confessare che non è con spirito ottimista che il nostro eroe affronta questo momento gravido di insidie. In una Milano sempre più grigia, l'unica cosa che sembra tener desta la curiosità della gente è il mito della Bumba, la leggendaria sostanza illegale in grado di mandarti fuori di testa sul serio. Finché una mattina, sul finire delle vacanze natalizie più desolanti della storia, la fidanzata di Lazzaro (ricca ed ex tossica) viene trovata uccisa. Il nostro eroe decide dunque che è arrivato il momento di "fare giardino". Per quei pochissimi tra i lettori che ancora inspiegabilmente non lo sapessero, "giardino" era stata la geniale combinazione pokeristica (rigorosamente di fantasia) grazie alla quale Lazzaro era riuscito, inventandosi su due piedi regole inesistenti, a ribaltare le sorti di una disastrosa partita con dei ricchi giapponesi in Costa Azzurra. Per Lazzaro gli anni passano, ma la ferrea determinazione di non piegarsi alla mestizia, all'ingiustizia e ad altre cose che finiscono per "zia" resta. E anche nel nostro caso "fare giardino" significherà ribaltare una situazione che ti vede perdente usando molta fantasia, una bella camionata di grinta e quella capacità di ironia totale che hanno fatto dei libri di Pinketts una sorta di leggenda metropolitana, urbana ed extraurbana.
Author

Andrea G. Pinketts nasce a Milano nel 1961 sotto il segno del leone ascendente ariete, sin da piccolo dimostra una pertinace tendenza all'insubordinazione e alle armi da fuoco, specialmente a quelle puntate contro di lui. Studi irregolari, espulsione dal liceo linguistico per avere mal-menato il preside disossandolo. A 17 anni dà prova di resistenza nella giungla urbana quando, essendo rimasto chiuso all'interno di un cinema periferico a causa di un colpo di sonno indotto da una bottiglia di whiskey tracannata durante la proiezione di "Tre contro tutti", demolisce il portone del cinema a colpi di mannaia. Dopo dodici giorni di servizio militare evade dalla caserma dei granatieri di Orvieto e, per evitare spiacevoli conseguenze, si finge psicopatico. Tra le sue attività annoveriamo: fotomodello, cacciatore di dote, istruttore di arti marziali, giornalista investigativo (premio "Una Remington per la strada" 1991). Le sue inchieste sul settimanale "Esquire" lo hanno visto di volta in volta sviluppare l'arte del trasformismo diventando negro, barbone, viado, satanista, pornodivo col nickname di "Udo Kuoio il re della frusta". Ha sempre avuto una passione sfrenata per le cattive compagnie, la letteratura, i bar equivoci, i sigari e le donne. Non necessariamente in questo ordine.