Margins
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Il viaggiatore
1991
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Anarchico viscerale incapace di accontentarsi di verità ricevute, vulnerabile e malato di “simpatia”, Dagerman appartiene alla famiglia dei Kafka e dei Camus, dei ribelli alla condizione umana. “Sua colpa fu l’innocenza”, lascia scritto come epitaffio nel Viaggiatore, la colpa di chi ha scelto di non venire a patti con la vita, non riuscendo a perdonare a se stesso neppure di aver fatto della sua disperazione un’opera d’arte. “Le grandi tragedie”, dice un suo personaggio, “sono già tutte accadute nel passato”, quelle che restano oggi sono soltanto “tragedie minori”. E “tragedie minori”, appunto, sono quelle che esplora in questi racconti, momenti di epifania in cui i protagonisti, quasi tutti adolescenti e bambini, sono costretti a riconoscere che la “grande tragedia” dell’ingiustizia del mondo si incarna nella loro piccola quotidianità, e li ha marchiati per sempre, relegandoli nel lato ombra della vita. Un giorno, come spiragli di fuga, compaiono nella loro esistenza i simboli di un destino diverso: un’auto da Stoccolma, una scacchiera da viaggio, un berretto da liceale, un lord che cerca l’acqua verde. Ma l’illusione del riscatto rende ancora più amara e ineluttabile la sconfitta: per Dagerman, come per i suoi personaggi, è “troppo tardi” per la felicità. La libertà, l’amicizia, il calore appartengono a un mondo in cui saranno sempre degli estranei: come i fuochi della notte di San Giovanni brillano lontano, dall’altra parte della baia, dove loro semplicemente “non esistono”.
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Author

Stig Dagerman
Stig Dagerman
Author · 12 books

Stig Dagerman was one of the most prominent Swedish authors during the 1940s. In the course of five years, 1945-49, he enjoyed phenomenal success with four novels, a collection of short stories, a book about postwar Germany, five plays, hundreds of poems and satirical verses, several essays of note and a large amount of journalism. Then, with apparent suddenness, he fell silent. In the fall of 1954, Sweden was stunned to learn that Stig Dagerman, the epitome of his generation of writers, had been found dead in his car: he had closed the doors of the garage and run the engine. Dagerman's works deal with universal problems of morality and conscience, of sexuality and social philosophy, of love, compassion and justice. He plunges into the painful realities of human existence, dissecting feelings of fear, guilt and loneliness. Despite the somber content, he also displays a wry sense of humor that occasionally turns his writing into burlesque or satire.

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