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Vite nell'oro e nel blu book cover
Vite nell'oro e nel blu
2025
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Ci sono vite talmente grandi che sembrano inventate, come certe epoche del mondo. Come la luce che alla fine degli anni Cinquanta si spandeva su piazza del Popolo a Roma nell'ora del tramonto. Sfiorati da quella luce, un gruppo di giovani seduti ai tavoli del bar Rosati - capelli alla moda, sigarette agli angoli della bocca, Clarks ai piedi - guardano in cagnesco la città che rifiorisce dalle macerie della guerra. I loro nomi sono Mario Schifano, Franco Angeli, Tano Festa e Francesco Lo Savio. Vengono dal popolo e stanno per prendersi la scena culturale e mondana del Paese. Da lí a poco infatti diventeranno i pittori comunisti che folleggiano con le principesse, bocconi succulenti per i paparazzi e inventori di nuove mitologie pagane. Ma intanto vivono la loro gioventú, lanciando la sfida ai geni artistici d'oltreoceano - Warhol, Rauschenberg, Johns - e frequentando Ungaretti, Moravia, Guttuso, gli Agnelli e i Rolling Stones. Mario Schifano è un profugo della Libia italiana che porta inciso sulla pelle il marchio del miraggio imperialista di Mussolini. Franco Angeli nasce a Roma, nel quartiere di San Lorenzo, in una famiglia perseguitata dal fascismo. Tano Festa e Francesco Lo Savio, nonostante i cognomi diversi, sono fratelli. Il primo passa i pomeriggi sulla scalinata di Trinità dei Monti a distribuire poesie ai passanti. Il secondo, fragile e inquieto, sviluppa un pensiero radicale che lo porta ben presto a isolarsi da tutto e da tutti. Sono «i maestri del dolore», come li chiama un gallerista romano storpiando il titolo di una famosa collana di monografie d'artista. Ciascuno vive la sua «ora d'oro» attraversando la café society degli anni Sessanta in una Roma che è tornata a essere il centro del mondo. Conquistano le donne piú ambite, vanno a vivere in lussuosi palazzi aristocratici, viaggiano in ogni continente, guadagnano e scialano in modo compulsivo, si tradiscono fino a tentare di ammazzarsi l'un l'altro, mettono su famiglie e le distruggono, soprattutto dipingono come ossessi, senza tregua, firmando opere che segnano l'immaginario iconografico italiano della seconda metà del Novecento. Ma «l'ora d'oro» - quel particolare tipo di luce che c'è solo a Roma, al tramonto, e che fa sembrare i palazzi di velluto - dura pochissimo, poi arriva «l'ora blu», quella dell'ombra che anticipa la notte. Il clima del Paese cambia e i loro nomi sprofondano nell'oblio. Affrontano gli anni della caduta, dello scivolamento verso la follia, gli arresti, la tossicodipendenza, i ricatti della malavita, i ricoveri in ospedali e manicomi. Dando forma a un'epopea che si dipana lungo mezzo secolo di storia d'Italia, Andrea Pomella scrive il romanzo avventuroso di quattro esistenze indimenticabili, capaci di toccare con mano - e restituirci - l'indifesa bellezza della vita.

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Author

Andrea Pomella
Andrea Pomella
Author · 6 books
Sono nato a Roma quando c’erano gli anni di piombo. Ho pubblicato monografie su Caravaggio e su Van Gogh, il saggio sulla povertà 10 modi per imparare a essere poveri ma felici (Laurana, 2012) e il romanzo La misura del danno (Fernandel, 2013). Una volta ad Ales mi hanno dato il premio Gramsci per un racconto di guerra. Io ne vado molto fiero, Gramsci non so.
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