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Cose umane
2025
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Strade assolate, deserte, che sembrano svanire all'orizzonte, le saracinesche chiuse, un silenzio granitico - e dire che al mondo siamo otto miliardi, ma a Caserta, ad agosto, sembra non ci sia nessuno. A casa dei genitori di Antonio il sole non entra quasi colpa di sua madre che vorrebbe sempre stare al buio, e nel buio dormire, e dormendo, possibilmente, andarsene all'altro mondo. Antonio va e viene da Roma per starle accanto, ma si viaggiare - anche se lo fai su un Frecciargento, avanti e indietro lungo la stessa tratta - è un ottimo modo per mettere in moto l'ispirazione. Quale occasione migliore, allora, per lavorare su una nuova opera? Non un libro, ma un'installazione - come quelle che faceva con Caterina, l'amore tormentato della giovinezza - per raccontare la rivoluzione che in qualche decennio ha trasformato l' dal paese di Pinocchio, segnato dalla fame e dalla miseria, a MasterChef, il regno dell'abbondanza. Manco a farlo apposta, nella sua storia c'è tutto quello che un nonno contadino che puzza di letame e uno capomastro che odora di acquaragia, i parenti minatori in Belgio, una prozia mezza strega che sembra uscita da un libro di Ernesto De Martino, un padre che si è emancipato dal lavoro dei campi ed è finito all'Ispettorato agrario, una madre maestra che ha insegnato a scrivere a mezzo quartiere e che oggi della sua vita non ricorda quasi nulla, e allora modifica, arrangia, inventa, peggio di un romanziere. E poi ci sono gli amici emigrati al Nord, quelli che sono rimasti in città e quelli che sono rimasti sotto all'eroina, gli speculatori, gli strunz' e gli sfaccimm', le ragazze camorriste e quelle amate, offese, contese. E infine c'è Susanna, la figlia poco piú che ventenne, che studia l'intelligenza artificiale e (alla faccia della storia famigliare) vuole vivere in campagna. La sua voce ironica - o forse quella di un bot che le somiglia - fa da contrappunto alle idiosincrasie del padre, obbligandolo ad affacciarsi sul futuro che ci aspetta quando anche l'era di MasterChef sarà tramontata. Implacabile e piena di sentimento, la scrittura di Pascale ci consegna una galleria di personaggi teneri, meschini, violenti, vulnerabili, impossibili da dimenticare perché veri.
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Author

Antonio Pascale
Antonio Pascale
Author · 4 books

Antonio Pascale, nato a Napoli nel 1966 ma cresciuto a Caserta, ha pubblicato La città distratta (l’Ancora del mediterraneo 1999, Einaudi 2001), un affresco della vita nella città di Caserta, con cui ha vinto l'edizione 2000 del premio Sandro Onofri; La manutenzione degli affetti (Einaudi 2003), con cui ha vinto molti premi letterari e Passa la bellezza (Einaudi 2005). Ha curato l'edizione 2005 dell'antologia Best Off, un'antologia dei migliori testi pubblicati su riviste letterarie italiane (minimum fax 2005). Il racconto "Io sarò stato" fa parte dell'antologia La qualità dell'aria (minimum fax 2004). Sempre per Einaudi ha pubblicato i romanzi Scienza e sentimento (2008), Questo terribile intricato mondo (2008), Tre terzi (2009), Lavoro da morire (2009). Per la collana Contromano Laterza sono usciti Non è per cattiveria. Confessioni di un viaggiatore pigro (2006) e Qui dobbiamo fare qualcosa, sì ma cosa? (2009). Nel 2010 ha pubblicato per minimum fax il saggio Questo è il paese che non amo. Trent'anni nell’Italia senza stile.

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