
Ciò che ti isola ti salva, è la vita che ti mette in pericolo. Marilù abita in cima a un’ sotto c’è il villaggio, in mezzo il bosco e infine la radura con la sua casa, dove nemmeno i frequenti incendi estivi possono raggiungerla. È una donna che affascina ma un po’ spaventa, perché porta con sé il fatto di essere stata molto libera negli anni più liberi del secolo scorso, gli psichedelici Settanta. Fin troppo, pensa sua figlia Angela, che sente di averne ricevuto soltanto trascuratezza. Ora Angela si trova costretta a malincuore ad affidarle per tre mesi la figlia Adelaide – che si fa chiamare Adè –, adolescente tanto attiva in Rete quanto insicura nel mondo e nel proprio corpo. In questa lunga estate nonna e nipote si ritrovano insieme dopo dieci anni, si conoscono e si riconoscono, mentre la madre irrompe con telefonate ansiose sul fisso di casa perché, come primo gesto, Marilù ha requisito il cellulare alla ragazza. Per Adè la vacanza non potrebbe cominciare peggio, invece a poco a poco diventa un’avventura. C’è un segreto di cui la nonna non vuole parlare, qualcosa che riguarda la sua storia familiare, la linea femminile che la precede – sua madre, farmacista in un paesino del Sud, e la madre di sua madre, una guaritrice che è finita a vivere in un convento. Un’antica colpa in questa storia senza colpevoli. Sul delicato confine fra amare, proteggere e lasciare andare, fra prendersi cura e avvelenare, le tre, di madre in figlia, provano a capirsi. Ciascuna ha agito con le migliori intenzioni, anche se a volte il rancore, il dolore, l’amore accecano. Concita De Gregorio intreccia tre generazioni, tre epoche della storia e tre stagioni della vita nelle voci di Marilù, Angela e Adè: subito così vere, così vulnerabili e vive da risuonare immediatamente intime. Un farmaco è veleno o salvezza. Ogni cura lo è. Anche l’ può soffocare, condannare o liberare. La giusta misura. Il calibro. Le dosi. Quanto di quanto somministrare. Quando. È tutto qui.
Author

Nata a Pisa nel 1963, da madre spagnola (di Barcellona) e padre toscano, è cresciuta a Livorno. In questa città studia al Liceo Classico Niccolini Guerrazzi; successivamente consegue la laurea all'Università di Pisa in Scienze Politiche. Frattanto inizia la professione nelle radio e TV locali toscane, entrando a Il Tirreno nel 1985, dove, per otto anni, lavora nelle redazioni di Piombino, Livorno, Lucca e Pistoia. Nel 1990 approda a la Repubblica, dove si è occupata di cronaca e politica interna. Nel luglio 2008 è al centro di una curiosa polemica. La rivista Prima Comunicazione rende note le anticipazioni di una sua intervista in cui ammette di aver accettato la proposta del neo editore de l'Unità, Renato Soru, di diventare direttrice del quotidiano fondato da Antonio Gramsci; nella stessa intervista Concita De Gregorio espone le linee guida della sua direzione. La notizia suscita clamore in redazione: il comitato di redazione protesta contro la via dell'«annuncio del cambio di direttore attraverso intervista». Il 22 agosto 2008 viene ufficializzata la nomina a direttrice de l'Unità, carica che ha ricoperto fino al 7 luglio 2011,quando ritorna a la Repubblica. È sposata con il giornalista Alessandro Cecioni, ed è madre di quattro figli maschi.