
Part of Series
Il volume comprende una dettagliata biografia dell'autore e due annessi: C. SALETTA, Judaica. Appunti critici sull'Appendice I («La "Neue Rheinische Zeitung" e gli ebrei») - C. BASILE, La lotta di Lenin contro lo sciovinismo grande-russo (1917-1923). Più 2 foto b.n. e una cartina a colori n.t., Un tratto caratteristico dell’attuale situazione internazionale è che, mentre l’America cerca di battere nuove strade per riaffermare il proprio dominio sui mercati dopo la crisi dell’ordine di Yalta e non si è ancora delineato un concorrente capace di sfidarla da un punto di vista economico, sociale, politico e militare (si potrebbe perfino dire morale), le questioni nazionali, nell’instabilità dei rapporti tra Stati, tornano prepotentemente attuali, come linee di faglia attraverso le quali si manifestano le contraddizioni del sistema. È vero che tali questioni nazionali non si sostanziano in rivendicazioni riconducibili alla logica che ha presieduto al loro sviluppo nell’Europa dell’Ottocento, ma non potrebbe essere altrimenti in regioni geograficamente marginali rispetto all’Europa e culturalmente lontanissime dalla specifica tradizione del liberalismo e della democrazia ottocenteschi. Alle proporzioni che il fenomeno ha assunto oggi ha contribuito e contribuisce anche l’assenza prolungata dalla scena di una vera lotta di classe proletaria. L’importanza o, meglio, decisività delle questioni nazionali sia per un’analisi materialistica del corso storico, sia per la delineazione di un’alternativa alla politica borghese, è efficamente dimostrata da Rosdolsky (1898-1967) in questo saggio «eretico» del 1964, anche se con riferimento alla fase del 1848-49 e a un’area particolare come quella slava dell’Europa centro-orientale. Ma le argomentazioni svolte valgono a rendere più efficaci posizioni che nulla hanno in comune con il «nichilismo nazionale» e con l’«indifferenza in materia politica», dai quali è improntato quell’internazionalismo generico con cui hanno coperto la loro incapacità di inquadrare i problemi e la loro impotenza pratica tante correnti che avevano e hanno la pretesa di difendere la tradizione rivoluzionaria. Rosdolsky sviluppa una critica dall’interno ai giudizi di Marx ed Engels nei confronti dei popoli slavi «senza storia». In questa critica vi sono aspetti condivisibili e altri meno, punti di forza e punti di debolezza. Ma nel corso di essa egli fornisce una lezione importantissima, con un approccio al marxismo – che per noi resta il cardine di una politica capace di utilizzare tutte le contraddizioni del sistema – fuori da quella riduzione di esso a un piatto economicismo che è andata e va per la maggiore.
Author

Roman Osipovich Rosdolsky (Russian: Роман Осипович Роздольский; Ukrainian: Рома́н О́сипович Роздо́льський Roman Osipovič Rozdol's'kyj) was an important Marxian scholar and political revolutionary. As a youth, Rosdolsky was a member of the Ukrainian socialist Drahomanov Circles. He was drafted in the imperial army in 1915, and edited with Roman Turiansky the journal Klyči in 1917. He was a founder of the International Revolutionary Social Democracy (IRSD) and studied law in Prague. During World War I he founded the antimilitaristic "Internationale Revolutionäre Sozialistische Jugend Galiziens" (International Revolutionary Socialist Youth of Galizia). He became a member of the Central Committee of the Communist Party of Eastern Galicia, representing its émigré organization 1921-1924 and a leading publicist of the Vasylkivtsi faction of the Ukrainian Communists. In 1925, he refused to condemn Trotsky and his Left Opposition, and was later, at the end of the 1920s, expelled from the Communist Party. In 1926-1931, he was correspondent in Vienna of the Marx-Engels Institute in Moscow, searching for archival materials. At that time, in 1927, he met his wife Emily. When the labour movement in Austria suffered repression, he emigrated in 1934 back to L'viv, where he worked at the university as lecturer. He published the Trotskyist periodical Žittja i slovo 1934-1938, and was arrested by the Gestapo in 1942, but survived internment for three years in the concentration camps of Auschwitz, Ravensbrück and Oranienburg. He emigrated to the USA in 1947, and worked there as independent scholar - failing to obtain a university post. He published also under pseudonyms such as "Roman Prokopovycz", "P.Suk.", "Tenet" and "W.S.". Rosdolsky is mainly known in the Anglo-Saxon world for his careful scholarly exegesis The Making of Marx's Capital, a collection of essays some which had previously been published, which overturned many previous interpretations of Das Kapital. Yet he published much more, especially on historical topics (see below). During his life, he corresponded with numerous well known Marxist writers including Isaac Deutscher, Ernest Mandel, Paul Mattick, and Karl Korsch. Mandel called Rosdolsky's work on the National Question the only Marxist criticism of Marx himself.