
Francesco Salvador è un tenente nazista di Kosakenland ’44. Questo, almeno, fino a che non finisce il suo turno, quando rientra nella sua casa nella Trieste asburgica della Belle époque e sulle Attrazioni e gli Onorevoli Ospiti si spengono le luci. Perché il Friuli non è più una regione, nell’Italia post 2023. È stata combattuta una guerra d’indipendenza, l’enigmatico Vittorio Volpatti ha preso il potere convincendo il popolo che l’unica strada possibile per sopravvivere in un mondo di nuovi potenti, gli Azionisti, fosse trasformare la regione in un parco divertimenti a carattere storico. E così, se Trieste torna a essere asburgica, Aquileia romana e Cividale longobarda, fra i monti della Carnia risorgono villaggi celtici e la Kosakenland del ’44. Ma non tutti sembrano d’accordo. Francesco Salvador, chiamato a scoprire chi sia lo Zorro anarchico che sabota le Attrazioni, si avventurerà nel cuore profondo di un mistero che racconta del paradosso su cui si fonda il mito delle radici e ha trasformato il Friuli in Furland.
Author

Nato a Valvasone, in Friuli, il 1º giugno 1957. Laureatosi in giurisprudenza, dopo aver fatto diversi mestieri, fra cui il copywriter e il giornalista, lavora presso una banca di Pordenone. Con il suo romanzo d'esordio, L'elenco telefonico di Atlantide (gennaio 2003) pubblicato da Sironi, ha ottenuto un lusinghiero successo di critica e di pubblico e vinto il premio «Forte Village Montblanc - scrittore emergente dell'anno». Nel novembre 2003 viene pubblicato il suo secondo titolo, Mare di Bering (Sironi) e nel 2005 i due romanzi Lo stato dell'unione (Sironi) e Tre sono le cose misteriose (Einaudi), Premio Super Grinzane Cavour 2006 e finalista, nello stesso anno, al Premio Stresa. Nel marzo del 2007 è stato pubblicato il suo quinto romanzo: Breve storia di lunghi tradimenti (Einaudi), Premio Letterario Castiglioncello-Costa degli Etruschi[2] e Premio "Latisana per il Nord-Est".[3] Suoi racconti appaiono in antologie pubblicate da Guanda e da Mondadori. Per Guanda, ne I delitti in provincia appare il racconto La traccia del serpente sulla roccia. Il suo sesto romanzo, La ragazza di Vajont, è uscito per Einaudi nel giugno del 2008. È la storia di un amore impossibile, sullo sfondo apocalittico di un Nord-Est "parallelo" tormentato da una guerra civile e dai fantasmi della pulizia etnica. A settembre 2008 è stato pubblicato nella collana "VerdeNero" delle edizioni Ambiente il romanzo breve L'ultimo giorno felice (Premio "Tracce di Territorio", Pavia), che narra la crisi esistenziale di un architetto cinquantenne coinvolto nella ecomafia delle discariche friulane. Il 10 novembre 2009 è uscito per Einaudi il romanzo L'anno dei dodici inverni, storia d'amore e di viaggi nel tempo, finalista al Premio Stresa e vincitore del Premio dei Lettori di Lucca 2010. Il 31 maggio 2011 è uscito per Einaudi Stile Libero il romanzo Un buon posto per morire, un "romanzo storico sulla fine del mondo" scritto a quattro mani con Davide "Boosta" Dileo, tastierista del gruppo Subsonica. Avoledo ha aderito con entusiasmo al progetto internazionale "Metro 2033 Universe" di Dmitry Glukhovski scrivendo il romanzo Le radici del cielo, in uscita a metà novembre 2011 per l'editore Multiplayer.it, e che a febbraio verrà pubblicato anche in Russia. Le radici del cielo, ambientato nell'universo postatomico descritto da Glukhovski nei due romanzi Metro 2033 e Metro 2034 è un'avventurosa cerca alla Tolkien, ma anche una profonda riflessione su temi come lo scontro tra il Bene e il Male e la possibilità che la fede in Dio possa sopravvivere all'olocausto nucleare.