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Nella Grande Guerra l'Italia compie uno sforzo organizzativo, industriale e umano sbalorditivo per un Paese così debole. Nel mondo, però, di quegli anni tutti ricordano un unico episodio, un episodio il cui nome ha assunto un valore etimologico strettamente collegato all'umiliazione: Caporetto. Ma di questo non possiamo incolpare gli altri; in quell'occasione è emersa l'altra faccia dell'Italia, un Paese sospeso fra modernità e arretratezza. Inefficienza, retorica, irresponsabilità della classe dirigente: retaggi da cui forse non siamo mai riusciti a liberarci.
Author

Si laurea in lettere nel 1981 con una tesi in storia medievale all'Università di Torino. Successivamente perfeziona i suoi studi alla Scuola Normale Superiore di Pisa e nel 1984 vince il concorso per un posto di ricercatore in Storia Medievale all'Università degli studi di Roma "Tor Vergata". Nel 1996 vince il Premio Strega con il romanzo "Bella vita e guerre altrui di Mr. Pyle, gentiluomo". Dal 1998, in qualità di professore di Storia Medievale, insegna presso l'Università degli Studi del Piemonte Orientale "Amedeo Avogadro". Oltre a saggi storici, è anche scrittore di romanzi. Collabora con il quotidiano "La Stampa", e lo speciale "Tuttolibri", la rivista "Medioevo" e con l'inserto culturale del quotidiano "Il Sole 24 Ore". Dal 2007 collabora ad una rubrica di usi e costumi storici nella trasmissione televisiva "Superquark". Il governo della Repubblica Francese gli ha conferito il titolo di “Chevalier de l’ordre des Arts et des Lettres”.