
Maschere per un massacro
By Paolo Rumiz
1996
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«Ci fu un attimo di silenzio e si sentirono solo le cicale. Poi dalla gola di Drago uscì un lungo grido "Ma come cazzo fa un cristiano a proteggere gli infedeli?". L'uomo in mimetica si mise a battere il calcio del mitra sul terreno. Fermo sull'uscio, Gojko guardava muto, con le mutande abbassate. Dentro, qualcuno piangeva, probabilmente donne. Quando partì la raffica e il vecchio si accasciò di traverso sulla stuoia con la scritta Dobrodošli, "benvenuti", l'espressione di disarmato stupore gli si era già fissata, definitivamente, sulla bocca e sugli occhi. [...] Drago e il vecchio Gojko divennero per me l'immagine stessa del dualismo chiave di quella la spavalda astuzia del male e l'inerme cecità del bene. Da allora, tutto ciò che avevo visto in Bosnia si illuminò di significato nuovo e semplice. Ricordai improvvisamente di avere incontrato molte altre volte, in mezzo alle moltitudini, quei due inconfondibili tipi umani. La maggioranza era come Gojko, con lo stesso sguardo di sorpresa. In gran parte erano ne avevo visti passare tanti, in quella surreale primavera del 1992. Pensai che di animali da preda come Drago, invece, ne avevo incontrati pochissimi. Sì e no una decina. Ne trassi una doppia il bene prevale numericamente sul male, ma non sa fiutare il pericolo».
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Author

Paolo Rumiz
Author · 16 books
Paolo Rumiz è un giornalista e scrittore italiano. Inviato speciale del "Piccolo di Trieste" e in seguito editorialista di "la Repubblica", segue dal 1986 gli eventi dell'area balcanica e danubiana; durante la dissoluzione della Jugoslavia segue in prima linea il conflitto prima in Croazia e successivamente in Bosnia ed Erzegovina. Nel novembre 2001 è stato inviato ad Islamabad e successivamente a Kabul, per documentare l'attacco statunitense all'Afghanistan.