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Dominatori, potenti, privilegiati: hanno vita facile i cittadini, nell'impero romano. Mentre gli indigeni delle province conquistate vivono in uno stato di subalternità politica e giuridica, chi può vantare la cittadinanza dispone di immunità e privilegi molto concreti. Come san Paolo, quando viene arrestato. Gli basta dire al centurione di essere cittadino romano, e per di più di esserlo dalla nascita, che subito viene rimesso in libertà con tante scuse, e all'ufficiale non resta che commentare tra i denti quanti soldi la cittadinanza era invece costata a lui. Perché cives lo si è per diritto di sangue, ma lo si può anche diventare: Roma ha capito in fretta che le conviene cooptare nell'impero le élites locali del potere, senza stare a distinguere tra prìncipi mauri dalla pelle nera o ricchi ebrei dell'Asia Minore. Senza dimenticare che chiunque si arruola nei reparti ausiliari dell'esercito, che sia un provinciale o addirittura un barbaro, riceve la cittadinanza per premio. È la politica della mescolanza, che trasforma l'impero in un immenso melting-pot: gente di tutte le lingue e i colori si amalgama in un unico corpo politico e un'unica cultura. La differenza, tra romani e non, diventa così anacronista che, nel 212 d.C., Caracalla concede la cittadinanza a tutti. È la prima sanatoria della storia. Non aveva tenuto in conto, non poteva saperlo, cosa sarebbe accaduto dopo.
Author

Si laurea in lettere nel 1981 con una tesi in storia medievale all'Università di Torino. Successivamente perfeziona i suoi studi alla Scuola Normale Superiore di Pisa e nel 1984 vince il concorso per un posto di ricercatore in Storia Medievale all'Università degli studi di Roma "Tor Vergata". Nel 1996 vince il Premio Strega con il romanzo "Bella vita e guerre altrui di Mr. Pyle, gentiluomo". Dal 1998, in qualità di professore di Storia Medievale, insegna presso l'Università degli Studi del Piemonte Orientale "Amedeo Avogadro". Oltre a saggi storici, è anche scrittore di romanzi. Collabora con il quotidiano "La Stampa", e lo speciale "Tuttolibri", la rivista "Medioevo" e con l'inserto culturale del quotidiano "Il Sole 24 Ore". Dal 2007 collabora ad una rubrica di usi e costumi storici nella trasmissione televisiva "Superquark". Il governo della Repubblica Francese gli ha conferito il titolo di “Chevalier de l’ordre des Arts et des Lettres”.