Margins
Arthur Jelling book cover 1
Arthur Jelling book cover 2
Arthur Jelling book cover 3
Arthur Jelling
Series · 7 books · 1940-2020

Books in series

Sei giorni di preavviso book cover
#1

Sei giorni di preavviso

1940

Un celebre attore, narcisista e pieno di sé, ma ormai sul viale del tramonto, vive da giorni barricato in casa insieme alla sua corte. Riceve quotidianamente minacciosi messaggi con la data, il luogo e l'ora della morte. E tutti i possibili colpevoli hanno sempre alibi indistruttibili. Le operazioni di polizia per scoprire il mittente, ovvero il potenziale assassino, sono affidate ad Arthur Jelling, archivista della polizia di Boston e investigatore sui generis. Schivo e timidissimo, l'archivista è un tenace temperamento speculativo, affinatosi nello studio dei rapporti d'inchiesta, che riordina e cataloga. Jelling è il primo degli investigatori di Scerbanenco, e Sei giorni di preavviso è il primo dei romanzi gialli del futuro inventore del noir italiano. Fu pubblicato nei «Supergialli» Mondadori nel 1940, quando gli assassini, per le pruderie del regime, dovevano essere stranieri e cocktail si scriveva «mistura». La storia è un amalgama di elementi alla Ellery Queen, alla Christie, alla Simenon, rielaborati in modo del tutto originale. Il giovane Scerbanenco si dimostra non solo un sofisticato risolutore di enigmi e un accorto studioso dell'animo umano, ma anche un versatile talento naturale, già del tutto padrone dei mezzi narrativi. Questo suo primo giallo è come fosse in due tempi: il racconto del lavoro quotidiano per sventare una cospirazione in fieri, con tutta la suspense dell'attesa, e il racconto dell'inchiesta, fondamentalmente psicologica, su un omicidio. Complicato inoltre dal fatto che non si sa bene se vi sia un omicidio, e che alla fine Jelling deve spuntarla nell'impresa più ardua: riuscire a smontare la sua stessa robustissima ipotesi investigativa.
La bambola cieca book cover
#2

La bambola cieca

1941

Il sofisticato giallista d'oggi rimane colpito dalla fertile semplicità di Scerbanenco. Scriveva le sue storie (questo romanzo è del 1941) in un’epoca di mezzi poveri e scarsa tecnologia del delitto, di fatto servendosi di due risorse narrative: in primo luogo la tensione, provocata nel lettore da impalpabili segni di avvertimento che stride un pericolo, dietro i tratti di una persona, dietro un incontro imprevisto o una battuta fuori posto; poi l'originalità dei casi, degli ambienti e degli intrecci umani, che danno movimento e seduzione alle trame. E, al di sotto, una risorsa morale: la pietà, l'umanità, la tenerezza quasi di certi personaggi. Così i suoi gialli non sembrano avere modelli precedenti o esteri. «Immaginate – confessa Arthur Jelling, l'investigatore di una serie di cui La bambola cieca è la seconda prova – di essere in un elegantissimo salotto, qualche invitato sente uno strano odore, un odore di selvatico di giungla; ecco questo è l'odore che sento». L'obiettivo dello scrittore è quello di far sentire l'odore preoccupante anche al lettore, quell'allarme che scatta inatteso durante un procedere piano di eventi i quali, da quel momento, cominceranno ad essere seguiti dall'investigatore dal loro lato strano, di cui solo lui si è accorto. Difatti Jelling non è un detective; è un timidissimo archivista della polizia di Boston, che ha un catalogo mentale di tipi umani e di tipologie di delitti pressoché inesauribile. E viene ingaggiato quando non ci sono indizi, perfino quando un omicidio impossibile è solo minacciato e lui deve risalire alla sua fonte seguendo il segno del delitto quand'esso balugina in un casuale comportamento involontario dei coinvolti. Una bambola dagli occhi cavati è abbandonata in una clinica a dare sostanza di paura a una stolta minaccia. Il miliardario Déravans, rimasto cieco in un incidente automobilistico in cui è implicata la ragazza poi diventata sua fidanzata, può essere guarito da un intervento ardito. Solo il professore Linden è in grado di farlo, ma è minacciato di morte se deciderà di compiere l'operazione. La minaccia si realizza alla vigilia di entrare in sala operatoria. Cos'è che Déravans non deve vedere? o chi? o quale impressione sepolta non deve riemergere con la vista? Jelling deve saperlo prima che la mano assassina spenga la prossima preda; e per scoprirlo scruta i volti, le mani, i gesti, nella selva di individui che circonda Déravans, la cerchia eccentrica dei suoi familiari, i medici della clinica, perfino i legami più intimi.
Nessuno è colpevole book cover
#3

Nessuno è colpevole

1941

Nessuno è colpevole è il terzo romanzo pubblicato da questa casa editrice appartenente alla serie dell'archivista Arthur Jelling della polizia di Boston. Nel primo, Sei giorni di preavviso, il timido investigatore uscito dalla penna fertilissima di Giorgio Scerbanenco, impegna la parte prevalente del tempo addirittura in una acrobatica controinchiesta destinata a smontare una tesi investigativa da lui stesso congegnata. Nel secondo, La bambola cieca, più che scoprire un assassino, si tratta di fermare la sua arma prima del prossimo delitto, sciogliendo un specie di enigma. Man mano che si procede nella lettura dei suoi gialli, cresce l'impressione che Scerbanenco non sia semplicemente l'arguto e affascinante importatore di gialli investigativi nel Novecento italiano; e nemmeno colui il quale (per mezzo della seconda serie anni Sessanta, con l'ex medico investigatore Duca Lamberti protagonista) introdusse il noir in Italia. Si capisce che questo scrittore di tutti i generi, è in realtà un audace sperimentatore. Un autore che ha deciso che, essendo fondamentalmente il giallo un gioco a due che implica il lettore come fosse anche quest'ultimo uno dei personaggi, si possono percorrere liberamente tutte le vie ed è anzi più congruo seguire le variabile più sorprendenti della sfida. Fino, volendo a scardinare il giallo nella sua struttura, fin, quasi, all'ironia dell' antigiallo . «Io no, non dico questo. Anzi dico che l'ha ucciso, ma lo dico senza convinzione»: dichiara Jelling in Nessuno è colpevole. Il caso infatti si presenta subito senza problemi, senza «giallo»: è stato ucciso un uomo durante una partita di caccia, e il suo compagno è reo confesso, senza dubbi, senza tentennamenti, con piena convinzione di tutti, anche di amici e figli. Solo l'archivista dal rossore facile resiste all'acquietamento generale e per dimostrare la sua ragione si intestardisce nella più astrusa delle dimostrazioni per assurdo. Avendo archiviato casi su casi, lui sa benissimo che la realtà supera sempre la fantasia. «Il protagonista, a volte si direbbe la vittima, dei romanzi polizieschi di Scerbanenco – scriveva Oreste Del Buono – si chiamava Jelling, era il più oscuro degli impiegati... era timido, pavido, remissivo, di una gentilezza quasi femminea nei modi, eppure capace di risolvere qualsiasi imbroglio. Un antieroe». Insomma, quanto di più inverosimile come eppure, anche in questa scelta controintuitiva, Scerbanenco si mostra in grado di reggere la sua partita con il lettore.
L'antro dei filosofi book cover
#4

L'antro dei filosofi

1942

Per contagiare il lettore, a Scerbanenco bastano pochi tratti. Già la presentazione iniziale, secca e lapidaria, degli Steve, i «filosofi», e del loro «antro», è sufficiente a rendere inevitabile il crimine. Il giallo si preannuncia subito come il dramma del fanatismo e delle sue conseguenze fatali. Sono quattro gli Steve, cultori teorici e pratici di scienze morali, vivono monacalmente in una squallida villetta di periferia, l'antro dei filosofi. Il fratello più anziano, il professor Gerolamo, dirige la famiglia quasi fosse una setta ascetica, e la sera riunisce i suoi per la confessione collettiva dei peccati giornalieri; il padre paga una colpa in silenziosa dedizione; la sorella sembra spenta nella solitudine. Il più giovane dei figli, Oliviero, è marito di Luciana Axel, ex cassiera di bar; l'ha sposata, apparentemente, per redimerla dal suo «infame mestiere». Ed è proprio Luciana che una sera scompare di casa ed è poi ritrovata morta sulla riva di un fiumiciattolo non molto distante dal cadavere di un ricco industriale che aveva preso a proteggerla. A risolvere il duplice omicidio Arthur Jelling, mite, tollerante, timidissimo archivista della polizia di Boston, chiamato a un assedio paziente e serrato dell'«antro dei filosofi». Come lo scultore sbozza la figura dalla pietra, così Jelling, con la pazienza disciplinata e minuziosa dello scalpello psicologico ricava dal contesto la verità criminale. L'antro dei filosofi è il quarto romanzo del ciclo di Jelling, il «più improbabile degli investigatori». Sotto il gioco intellettuale, tra le felici coloriture delle fisionomie e delle situazioni, ora drammatiche, ora grottesche, ora umoristiche, traspare sempre quell'inquietudine che è il tratto distintivo di Scerbanenco.
Il cane che parla book cover
#5

Il cane che parla

1942

«Deve essere difficile per il vero colpevole sfuggire alle vostre investigazioni. Può non aver lasciato alcuna traccia materiale, ma voi cercate invece quelle morali e finite per trovarlo». Di Scerbanenco colpisce, soprattutto nei cinque gialli della serie con Arthur Jelling, il miscuglio di realismo e fantastico, di logica investigativa e psicologia. Un insieme che, ben amalgamato, dà ai suoi polizieschi una vaga atmosfera da cruda fiaba. L'effetto fiabesco è marcato dalla singolarità del timidissimo investigatore, dotato di una profondità psicologica da veggente; dall’ambientazione in una Boston più mitica che reale; dal voluto esotismo dei personaggi, ciascuno ogni volta stilizzato nella sua tipicità sociale; e, inoltre, da una serie di intrusioni che sembrano immanenti e terreni incantesimi. Qui il ruolo dell'incantesimo è retto dalle capacità di due cani prodigiosi che si riveleranno decisivi nella meccanica dell'intreccio. In questa inchiesta, scritta nel 1942, Arthur Jelling, archivista capo della polizia di Boston prestato per le sue capacità alle investigazioni sul campo e sempre desideroso di ritornare al più presto alla tranquillità familiare, deve affrontare un assassinio sul treno. Situazione classica, questa, della letteratura poliziesca deduttiva, con i possibili sospetti tutti raccolti in un unico ambiente. La complicazione però nel caso del Cane che parla è costituita da due non è chiaro se la vittima sia stata uccisa con un colpo partito dall'esterno o, con un misterioso artificio, dall'interno; e nessuno dei passeggeri sembra aver potuto provocare l'arresto del treno necessario all'assassino per colpire. I sospetti e i testimoni, provengono tutti dal mondo dell' poeti, giornalisti, scrittori, editori, critici letterari, uniti da stili di vita comuni e divisi da invidie e competizioni. Jelling risolve tutti i misteri ma non riesce ad evitare un triste prezzo da pagare alla verità.
Lo scandalo dell'osservatorio astronomico book cover
#6

Lo scandalo dell'osservatorio astronomico

2011

Arthur Jelling è un investigatore abbastanza speciale. Anzitutto, non si sente un poliziotto: il suo ruolo nella polizia di Boston è soltanto quello di archivista; lui stesso si definisce un consulente di giustizia. In secondo luogo, le sue inchieste virano volentieri verso scelte umane impreviste, quasi mirasse, lui che, timidissimo, preferirebbe sempre la pace a ogni vittoria, a risanare il disordine del delitto oltre che trovare semplicemente il colpevole. La sua azione sembra una terapia più che un'indagine. Lo inviano all'osservatorio astronomico di Candan perché lì la situazione è davvero aggrovigliata. L'équipe di ricercatori ha appena individuato un pianetino, scoperta che coronerebbe la carriera prestigiosa del direttore Federico Travel, il quale vorrebbe chiamare il corpo celeste «Veronica 1983», con il nome dell'assistente che si è prodigata. Lei viene avvertita della scelta generosa dal suo fidanzato, Tomaso Sharp che lavora nello stesso istituto. Dall'accademia giunge però la notizia di un errore di calcolo. Il pianetino è solo un vecchio asteroide da tempo conosciuto. E tutto precipita. Veronica Fanee è vittima di un tentativo concitato di strangolamento, il professor Travel resta colpito da un grave malore. Autore del tentato omicidio è riconosciuto un giovane da poco assunto come segretario: si chiama Fronder Hass e di lui si viene a sapere che soffre di disturbi mentali ed è già stato protagonista di un tentativo di strangolamento in tutto e per tutto uguale. Sembra lui il colpevole da assicurare alla giustizia. Ma Jelling avverte troppe stranezze e capisce che stavolta non si tratterà di seguire piste e di sorvegliare sospetti: il problema è di sciogliere il groviglio di simboli e significati riposti nel delirio di un pazzo, e per scoprire, non un tentato omicida, ma il regista di una messa in scena. Giorgio Scerbanenco è autore di due serie poliziesche con le quali ha indirizzato la storia del «giallo» in Italia. La serie di Duca Lamberti, «la Milano nera», con cui nasce il noir italiano. E la serie di Arthur Jelling, che ripercorre nel modo più originale, con quel misto di realismo fiaba e pietà che è la fascinazione di Scerbanenco, la via del giallo investigativo. Di Arthur Jelling erano noti finora cinque romanzi. Lo scandalo dell'osservatorio astronomico è il «sesto Jelling», recentemente ritrovato e pubblicato oggi per la prima volta.
La valle dei banditi book cover
#7

La valle dei banditi

2020

Forte Rand è un paese nato in mezzo al deserto, in un’oasi di terra fertile, fondato da sei famiglie legate dal culto per un Messia del deserto, dove vige un regime di piena condivisione in cui tutti sono chiamati a collaborare e ad aiutarsi. Con altrettanta meticolosità, gli abitanti di Forte Rand sono capaci di vendetta. Quando scompare la moglie di Anthony Ross, l’uomo, seppur assolto dalle indagini, viene considerato colpevole di omicidio dai suoi concittadini e gli viene intimato di andarsene a costo della sua stessa vita. Terrorizzato, a Ross non rimane altra scelta che abbandonare il paese. Molti anni dopo, alla sua morte, il figlio Raffe decide di tornare a Forte Rand e affrontare l’ostilità dei locali. Per difendersi dalle minacce ormai sempre più pericolose, si rivolge al mite investigatore Arthur Jelling, che si troverà solo contro tutti per scoprire le verità nascoste nella valle dei banditi. Un inedito assoluto di Giorgio Scerbanenco, ritrovato e curato dalla figlia Cecilia. Il nuovo capitolo della serie che ha lanciato il primo investigatore del giallo geniale come Poirot, implacabile come Maigret. “Non so che possono fare” ribatté Jelling. “Sono tutti sorvegliati, ogni loro gesto è spiato dai miei agenti.” Chinco sorrise, da più giorni non si radeva, aveva le guance coperte da una fitta barba grigia che anziché invecchiarlo lo ringiovaniva. “Non basta, quando tutto un paese è contro un uomo, non basta.”

Author

Giorgio Scerbanenco
Giorgio Scerbanenco
Author · 23 books

Vladimir Giorgio Šerbanenko was an Italian journalist and writer of Ukranian origin. He was born in Kiev, in what was then the Russian Empire, on 28 July 1911. At an early age, his family immigrated to Rome (Scerbanenco's father was Ukrainian, his mother was Italian), and then he moved to Milan when he was 18 years old. He found work as a freelance writer for many Italian magazines, chief among them Anna Bella before becoming a novelist. His first fiction books were detective novels set in USA and clearly inspired by the works of Edgar Wallace and S.S. Van Dine signed with an English-sounding pen name. While Scerbanenco wrote in several genres, he is famous in Italy for his crime and detective novels, many of which have been dramatized in Italian film and television [1]. These include the series of novels with main character Duca Lamberti, a physician struck off the register for having performed a euthanasia, and turned detective (Venere privata - A Private Venus, 1966; Traditori di tutti - Betrayers of All, 1966; I ragazzi del massacro - The Boys of the Massacre, 1968; I milanesi ammazzano al sabato - The Milanese kill on Saturday, 1969), as well as Sei giorni di preavviso (Six Days of Notice), his first novel. He died of a heart attack in Milan on 27 October 1969. As well as in Milan, the writer lived for a long period in Lignano Sabbiadoro, a town on the Adriatic Sea in Friuli-Venezia Giulia. The town holds his archive.

548 Market St PMB 65688, San Francisco California 94104-5401 USA
© 2025 Paratext Inc. All rights reserved