Margins
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The Passenger
Series · 8 books · 2018-2022

Books in series

Japan book cover
#3

Japan

The Passenger

2018

Più di altri paesi altrettanto ricchi e complessi, il Giappone ha la capacità di suscitare sorpresa. L’esasperazione delle vite dei moltissimi abitanti di un arcipelago così piccolo, il monolitismo delle strutture sociali, l’originalità dell’industria culturale, il gigantismo delle multinazionali tecnologiche, la resilienza delle sue tradizioni e la varietà delle sottoculture delle megalopoli post umane ci lasciano meravigliati o perturbati, e ci trasformano in piccoli etnologi che si grattano la testa perplessi. Perché sorprendersi allora se dalla notte dei tempi un’infinità di viaggiatori, entusiasti, reporter e scrittori ha versato fiumi di inchiostro su questo stesso incanto? Lo stupore non è forse uno dei combustibili della miglior letteratura? Le parole più o meno intraducibili un tempo snocciolate dal nerd di turno impallinato di Sol levante fanno oggi parte del nostro bagaglio culturale comune: otaku, karōshi, sararīman, shokunin, gōkon. Ciò nonostante, il Giappone è sempre un puzzle di cui riusciamo ad assemblare alcune tessere, ma il cui disegno complessivo rimane impenetrabile. Questo enigma lo ha reso un generatore senza fine di storie, racconti, riflessioni di cui nelle pagine che seguono si può leggere una raccolta necessariamente soggettiva, ma trasversale: dal culto degli antenati alla scena musicale di Tokyo, dall’alienazione urbana al cinema, dal sumo al maschilismo, per citarne alcuni. Il Giappone, come sospeso tra invecchiamento della popolazione e post modernità estrema, tra immobilismo e sperimentazione del futuro, è un osservatorio privilegiato per capire il mondo che è stato e quello che sarà. A patto che partiamo per questo viaggio senza la pretesa di risolvere il mistero, perché come ricorda Brian Phillips in «Vivere da giapponesi» (pagina 108): «Alcune storie giapponesi finiscono bruscamente. Altre non finiscono proprio, ma nel momento cruciale staccano sull’immagine di una farfalla, del vento o della luna.»
Berlino book cover
#7

Berlino

2019

«Berlino è troppo grande per Berlino» è il curioso titolo di un libro del flâneur Hanns Zischler che scherza sulla bassa densità abitativa di questa città policentrica così estesa: una delle ragioni per cui la sensazione che suscita è quella di libertà e «spazio». Ma «Berlino è troppo grande per Berlino» anche in senso più ampio: come convivere e tenere viva la fiamma di un mito così ingombrante come «Berlino, città di tendenza»? Per capirlo è necessario un viaggio alle sue origini, gli anni Novanta, quando il tempo sembrava essersi fermato: cicatrici della guerra ovunque, stufe a carbone, palazzi fatiscenti, minimarket spartani, mai una casa che avesse l’ascensore e un citofono funzionante. Visitarla era un’esperienza allucinogena, un viaggio nel passato e nel futuro allo stesso tempo, quando una gioventù curiosa sembrava aver fatto proprio – ribaltandolo in positivo – il famoso aforisma di inizio Novecento di Karl Scheffler: «Berlino è condannata per sempre a diventare e mai a essere.»La ricerca della rovina abbandonata, la caccia al cimelio del mercatino, le feste illegali negli scantinati oggi non ci sono più. Quell’epoca di archeologia urbana è finita per sempre: quasi tutti i palazzi sono stati ristrutturati, le case occupate sgomberate e i negozi con il tipico arredamento Ddr hanno chiuso. Senza più ferite del passato il corpo della città è forse meno drammatico ma di certo è più forte, sano. Anche gli abitanti hanno perso qualcosa di quello struggimento, di quella vena romantica e autodistruttiva, e oggi c’è perfino chi viene a Berlino per lavorare e non solo per «creare» o semplicemente oziare. Ma Berlino rimane una città giovane, che non si attacca morbosamente a un passato «povero e sexy» e i cui unici feticci intoccabili sono una multiculturalità che non accetta compromessi e un futuro che è sempre tutto da scrivere. Anzi, per citare uno che la conosce bene, Berlino è e sempre sarà «potenziale puro».
The Passenger book cover
#8

The Passenger

Brazil

2019

Order and Progress? by Jon Lee Anderson Pride, Prejudice, and Funk by Alberto Riva I Was King of The River by Eliane Brum In second half of the 20th century Brazil made extraordinary contributions to music, sport, architecture. From “bossa nova,” to acrobatic soccer, to the daring architecture of Oscar Niemeyer and Lúcio Costa, the country seemed to embody a new, original vision of modernity, at once “fluid, agile, and complex.” Seen from abroad, the victory of the far right in the 2018 elections was a rude awakening that suddenly turned the Brazilian dream into a nightmare. For locals, however, illusions had started fading long ago, amid paralyzing corruption, environmental degradation, racial discrimination, and escalating violence. Luckily, Brazilians are still willing to fight in order to build a better future. Today the challenge of telling the story of this extraordinary country consists in finding its enduring vitality amid the apparent melancholy.
Turchia book cover
#10

Turchia

2020

Shipwrecks Under Istanbul by Elif Batuman - Nations Within Nations by Asli Erdoga - How Turkish TV Is Taking Over the World by Fatima Bhutto - Also: the failed coup that was thirty years in the making; the rise of femicide in New Turkey; the flooding of a 12000 year-old town; the political satirist resisting censorship; the communist mayor, business à la Turque, and much more… The birth of the “New Turkey”, as the country’s President Recep Tayyip Erdogan has called his own creation, is an exemplary story of the rise of “illiberal democracies” through the erosion of civil liberties, press freedom and the independence of the judicial system. Turkey was a complex country long before the rise of its new sultan: born out of the ashes of a vast multi-ethnic and multi-religious empire, Turkey has grappled through its relatively short history with the definition of its own identity. Poised between competing ideologies, secularism and piousness, a militaristic nationalism and exceptional openness to foreigners, Turkey defies easy labels and categories. Through the voices of some of its best writers and journalists–many of them in self-imposed exile—The Passenger tries to make sense of this fascinating, maddening country, analyzing how it got to where it is now, and finding the bright spots of hope that allow its always resourceful, often frustrated population to continue living, and thriving.
The Passenger book cover
#12

The Passenger

Paris

2020

Un anno dopo essere stato a Berlino, The Passenger torna a esplorare una città e va nella capitale dell’amore, Parigi. Il libro si apre con un pezzo dell’architetto e critico d’arte Thibaut de Ruyter che, partendo da una lettera d’amore al Centre Pompidou, riflette sulla tradizione dei presidenti francesi di «regalare» un grande progetto alla città; oggi al loro posto ci sono sponsor privati con grandi mezzi e poche idee. A un occhio attento Parigi si rivela più variopinta di quanto le guide turistiche vorrebbero farcicredere: vi convivono una incredibile varietà di culture e di storie. Come quella della più grande comunità cinese d’Europa, descritta dal giornalista Tash Aw: la nuova generazione mescola le proprie origini con i valori francesi di liberté, égalité, fraternité e decide di far sentire la propria voce protestando contro il razzismo. E poi, lo sapevate che Parigi è la capitale della Sape, un movimento sociale nato in Congo e incentrato sul culto dell’eleganza? Frédéric Ciriez e il sapeur Jean-Louis Samba ci svelano i codici segreti di questo dandysmo centrafricano. Il giornalista James McAuley ci racconta poi, in un articolo uscito sul The Guardian, come in una Francia – e una Parigi – ossessionate dalla laicità di stato, gli omicidi di due anziane donne ebree siano stati strumentalizzati per dare nuova forza a una crescente islamofobia. Lo scrittore e chef Tommaso Melilli ci accompagna alla scoperta della bistronomie, la rivoluzione culinaria degli ultimi vent’anni che ha portato una generazione di cuochi stufi dell’ambiente rigido dei grandi ristoranti a portare l’alta cucina ai tavoli dei bistrot di quartiere. La giornalista Alice Pfeiffer analizza gli stereotipi legati alla parigina, una donna che esiste quasi solo nella fantasia dei grandi registi e delle redattrici delle riviste di moda, eppure rimane uno dei maggiori prodotti di esportazione della capitale francese. Un altro simbolo che viene ridimensionato è l’immagine degli Champs Élysées, da viale del lusso e del potere a palcoscenico delle proteste dei gilet gialli: Ludivine Bantigny ci spiega come la madre di tutte le strade parigine ha finito per incanalare il malcontento e l’odio di una parte del paese. Il rapporto tra capitale e provincia è centrale nel saggio della scrittrice e giornalista Blandine Rinkel, che svela molte delle difficoltà che incontra chi arriva a Parigi, da turista o da studente, e si scontra per la prima volta con la città reale, così diversa da quella idealizzata dal cinema e della letteratura, e con una certa spocchia dei parigini. Anche Samar Yazbek è un’amante della Parigi letteraria, e racconta i suoi viaggi – fisici e non – tra la capitale francese e la sua Damasco, da cui è fuggita a causa della guerra. Ma non sono tutti uguali gli abitanti della capitale, ci sono anche gli ultimi romantici del calcio di una volta che tifano il Red star, la squadra parigina e partigiana del famigerato dipartimento 93 descritto da Ladj Ly nel film I miserabili. A parlarcene è un grande appassionato, lo scrittore Bernard Chambaz.Chiudiamo con un testo di Teresa Bellemo sulla trasformazione di Parigi, per volontà della sua sindaca Anne Hidalgo, nuova stella dell’ambientalismo europeo, che immagina una metropoli in cui i parcheggi lasciano il posto agli alberi e alle biciclette.
Rome book cover
#13

Rome

The Passenger

2021

Fully-illustrated, The Passenger collects the best new writing, photography, art and reportage from around the world. IN THIS VOLUME: Rome doesn’t judge you by Nicola Lagioia・The soul of the city by Matteo Nucci・39 memos for a book about Rome by Francesco Piccolo・Plus: a guide to the sounds of Rome by Letizia Muratori; the feigned unrest and real malaise of the suburbs; the influence of the Vatican; the excessive power of real estate speculators and the rule of gangs; disillusioned trappers; football fans of every age, and much more... If you believe what’s currently being said about Rome—in the media and by its residents—the city is on the verge of collapse. Each year, it slips further down the ranking of the world’s most liveable cities. To the problems faced by all large capitals—hit-and-run tourism, traffic, the divide between elegant, Airbnb-dominated city centers and run-down suburbs—in recent years Rome seems to have added a list of calamities of its own: a string of failing administrations, widespread corruption, the resurgence of fascist movements, rampant crime. A seemingly hopeless situation, perfectly symbolized by the fact that Rome currently leads the world in the number of self-combusting public buses. If we look closer, however, this narrative is contradicted by just as many signs that point in the opposite direction. Above all, the lack of the mass migration one would be except in these circumstances: the vast majority of Romans don’t think for a second of “betraying” their hometown, and the many newcomers who have populated it in recent decades are often indistinguishable from the natives in the profound love that binds them to the city. Rome is a place of contradictions and opposites: an “incredibly deceptive city”, always different from what it appears to be. It is thought to be large but it is actually immense, the largest metropolis in Europe. Most important, contrary to the most common and least accurate stereotype about it, Rome is a profoundly modern city. While the city itself was founded almost three millennia ago, 92 per cent of its buildings have been built after 1945. The bottom line is that, in order to understand Rome and fix its problems, we should start considering it a normal city, “not unlike Chicago or Manchester.” Only, incomparably more beautiful.
The Passenger book cover
#17

The Passenger

Ireland

2021

Quando è nata la giornalista e scrittrice Caelainn Hogan, nel 1988, l'omosessualità e l'aborto erano illegali, il divorzio proibito e la pillola contraccettiva accessibile solo su ricetta medica a coppie sposate. Trent'anni dopo, in un referendum nel 2018, l'emendamento della costituzione che di fatto vietava l'aborto è stato abrogato da una larga maggioranza, dopo che la popolazione irlandese aveva già legalizzato il matrimonio gay – primo paese al mondo a farlo per via referendaria. Per questo numero di The Passenger, Hogan ha incontrato la romanziera Catherine Dunne e insieme – due donne di generazioni diverse – hanno cercato di capire cos'è cambiato in una società che, davanti all'evidenza delle ingiustizie e umiliazioni subite quotidianamente dalle donne irlandesi, si è dimostrata più avanti dei politici che la rappresentano. Decisivo è stato un nuovo strumento di democrazia, l'assemblea di cittadini: ne scrive Ursula Barry, professoressa emerita all'Università di Dublino e membro esperto dell'assemblea più recente, sull'uguaglianza di genere. Un ritratto più in chiaroscuro di questa trasformazione lo fa Colum McCann, la voce della diaspora irlandese in America, che sottolinea le contraddizioni del successo economico del paese, e vede nelle brutture (paesaggistiche e morali) create dalla «Tigre celtica» un antidoto alla famosa bellezza dell'isola che impediscono allo scrittore emigrato di morire di troppa nostalgia. È un tema che ritorna in un pezzo sul tradizionale cottage irlandese di Sara Baume, artista e scrittrice, rappresentante – insieme a Lisa McInerney che ci consiglia un libro, un film e un album per capire l'Irlanda contemporanea – della nuova generazione che sta rinnovando la lunga tradizione letteraria del paese. L'inglese Keiran Goddard ci offre invece la prospettiva della diaspora «emotiva», quella dei figli e nipoti degli emigranti che cercano di venire a patti con le loro origini, e lo fa attraverso le parole di una delle più belle e strazianti canzoni folk irlandesi. Un'altra storia di successo, quella del processo di pace in Irlanda del Nord, è invece messa a rischio da una Brexit imposta dall'esterno: l'Irlanda del Nord – che compie cent'anni proprio quest'anno – ha votato per rimanere nell'Unione europea ma si ritrova con una nuova frontiera marittima a separarla dal resto del Regno Unito. È un veterano corrispondente della Bbc da Belfast, Mark Devenport, che ci racconta le rinnovate tensioni di una regione al confine tra due unioni. Le conseguenze di trent'anni di violenza, d'altra parte, continuano a farsi sentire. Siamo orgogliosi di pubblicare un articolo di Lyra McKee, uccisa a soli 29 anni durante una manifestazione della Nuova Ira nel 2019, in cui la giovane giornalista nordirlandese indaga sull'epidemia di suicidi che, dopo la pace del 1998, ha causato più morti degli stessi Troubles. Il confine tra Nord e Sud è al centro della riflessione dello scrittore Mark O'Connell sulla natura immaginaria delle nazioni, incorniciata da un'esilarante visita guidata delle location dove è stata girata la serie tv Game of thrones. È il rugby, più di ogni altra cosa, a unire le due Irlande, come racconta Brendan Fanning, giornalista ex giocatore e allenatore, che guarda però anche alle divisioni di classe insite nello sport nazionale. William Atkins parla di paludi e torba, del loro ruolo nell'economia e nella psiche del paese, fonte di energia e posti di lavoro, ma anche di emissioni di CO2 da ridurre drasticamente. Mentre Manchán Magan viaggia lungo la costa ovest dove, da quando l'Irlanda ha aderito al Mercato unico europeo aprendo le sue acque ai superpescherecci stranieri, le comunità di pescatori stanno pian piano scomparendo, e con loro la lingua irlandese e un modo di vedere il mare – e di parlarne. Infine, non poteva mancare la maggiore esportazione irlandese, il pub, raccontata da un grande appassionato, Mirko Zilahy. Il numero è illustrato dalle foto del pluripremiato fotografo Kenneth O'Halloran.
The Passenger book cover
#18

The Passenger

California

2022

Fully-illustrated, The Passenger collects the best new writing, photography, art and reportage from around the world. IN THIS VOLUME: Growing Uncertainty in the Central Valley by Anna Wiener - How Does It Feel to Be a Solution? by Vanessa Hua - The Burning of Paradise by Mark Arax - plus: direct democracy and unsustainable development, the rise of the 'land back' movement, the cultural renaissance of Los Angeles in defiancé of rampant gentrification, and much more... California has stood for more than a century as the brightest symbol of the American dream. In recent years, however, the country's mainstream media has been declaring with increasing frequency—and thinly veiled schadenfreude—the "end of California as we know it." The pessimists point to rising inequality, racial tensions, and the impact of climate change as evidence that the Californian dream has been shattered. Between extreme heat, months-long droughts, devastating wildfires, and rising sea levels, looking at California is like watching the trailer for what awaits the world if we don't act to reduce global warming. Faced with these pressures, more and more Californians are leaving the state, leading to an unprecedented decline in population that could change the cultural and political balance of power in the country at large. That said, demographic decline and climate disasters don't tell the whole story of one of the most dynamic and diverse states in the Union—one that continues to drive technological and political innovation and define the evolution of work, food, entertainment, and social relations. This volume offers a fascinating picture of California in all its complexity and contradictions; an attempt to understand the laboratory where much of the world's future continues to be written.

Authors

Leonardo Bianchi
Leonardo Bianchi
Author · 3 books

Leonardo Bianchi (1986) è laureato in Giurisprudenza all’Università Alma Mater Studiorum di Bologna. Giornalista e blogger, è news editor di VICE Italia. Collabora (o ha collaborato) con Valigia Blu, Internazionale e altre testate. Dal 2008 scrive di politica, attualità e cultura anche sul suo blog satirico La Privata Repubblica. Ha pubblicato La Gente. Viaggio nell'Italia del risentimento (Minimum Fax, 2017).

Francesco Costa
Francesco Costa
Author · 7 books
Francesco Costa è giornalista e vicedirettore de "Il Post". È nato a Catania e vive a Milano. Collabora con Roma Radio, ha lavorato anche per l’Unità e Internazionale, e ha scritto per IL, il mensile del Sole 24 Ore, e poi il Foglio, l’Ultimo Uomo, Grazia, Studio, Donna Moderna e Undici. Ha una laurea in Scienze Politiche.
Jake Adelstein
Jake Adelstein
Author · 6 books

Jake Adelstein has been an investigative journalist in Japan since 1993 and low-ranking Zen Buddhist priest since 2017—and is unlikely to ever achieve satori. That's okay. He's considered one of the foremost experts on organized crime in Japan and works as a writer and consultant in Japan, the United States and France. He is the author of Tokyo Vice: A Reporter on the Police Beat in Japan (Vintage) and has written two other books published by Marchialy in France. 𝗝’𝗔𝗜 𝗩𝗘𝗡𝗗𝗨 𝗠𝗢𝗡 𝗔̂𝗠𝗘 𝗘𝗡 𝗕𝗜𝗧𝗖𝗢𝗜𝗡𝗦 (I Sold My Soul For Bitcoins) 2019

Cees Nooteboom
Cees Nooteboom
Author · 26 books

Cees Nooteboom (born Cornelis Johannes Jacobus Maria Nooteboom, 31 July 1933, in the Hague) is a Dutch author. He has won the Prijs der Nederlandse Letteren, the P.C. Hooft Award, the Pegasus Prize, the Ferdinand Bordewijk Prijs for Rituelen, the Austrian State Prize for European Literature and the Constantijn Huygens Prize, and has frequently been mentioned as a candidate for the Nobel Prize in literature. His works include Rituelen (Rituals, 1980); Een lied van schijn en wezen (A Song of Truth and Semblance, 1981); Berlijnse notities (Berlin Notes, 1990); Het volgende verhaal (The Following Story, 1991); Allerzielen (All Souls' Day, 1998) and Paradijs verloren (Paradise Lost, 2004). (Het volgende verhaal won him the Aristeion Prize in 1993.) In 2005 he published "De slapende goden | Sueños y otras mentiras", with lithographs by Jürgen Partenheimer.

Elif Batuman
Elif Batuman
Author · 5 books

Elif Batuman is an American author, academic, and journalist. Born in New York City to Turkish parents, she grew up in New Jersey. She graduated from Harvard College and received her doctorate in comparative literature from Stanford University, where she taught. Batuman is currently the writer-in-residence at Koç University. While in graduate school, she studied the Uzbek language in Samarkand, Uzbekistan. Her dissertation, titled, "The Windmill and the Giant: Double-Entry Bookkeeping in the Novel," is about the process of social research and solitary construction undertaken by novelists. In 2007, she was the recipient of a Rona Jaffe Foundation Writers' Award. In February 2010, she published her first book, The Possessed: Adventures with Russian Books and the People Who Read Them, which details her experiences as a graduate student. She has also published pieces in The New Yorker, Harper's Magazine, and n+1. Her writing has been described as "almost helplessly epigrammatical." She resides in Twin Peaks, San Francisco.

Peter Schneider
Peter Schneider
Author · 9 books
Peter Schneider is a German novelist. His novel Lenz, published in 1973, had become a cult text for the Left, capturing the feelings of those disappointed by the failure of their utopian revolt. Since then, Peter Schneider has written novels, short stories and film scripts, that often deal with the fate of members of his generation. Other works deal with the situation of Berlin before and after German reunification. Schneider is also a major Essayist; having moved away from the radicalism of 1968, his work now appears predominantly in bourgeois publications.
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