Margins
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The Passenger
Series · 28
books · 2018-2025

Books in series

Islanda book cover
#1

Islanda

2018

C’è l’Islanda dei vichinghi e delle saghe, della natura incontaminata, delle canzoni di Björk. L’Islanda degli elfi, delle piscine geotermiche e delle foto dei ghiacciai sulle bacheche degli amici in vacanza. Ormai sappiamo tutto e abbiamo visto tutto. Ma è davvero così o non siamo poi tanto lontani dal turista soddisfatto per la real Italian experience di una pasta bolognaise a Campo de’ Fiori? Imbattersi in un articolo di costume o in un post virale è sufficiente per dire di conoscere un paese? The Passenger – Islanda nasce da una curiosità che è difficile saziare altrove, dalla voglia di sapere: cosa sogna, in cosa crede, cosa teme un islandese? Come vive? Ha davvero bisogno di un’app per non finire a letto con un parente? Queste domande le abbiamo rivolte a scrittori, giornalisti e intellettuali islandesi, abbiamo consultato esperti e setacciato la stampa internazionale e il risultato è una raccolta di scritti, corredati da rubriche di approfondimento e fotografie originali, dove figurano tra gli altri un Hallgrímur Helgason sbalordito da questi strani alieni vestiti da trekking che hanno invaso la sua città; il premio Nobel Halldór Laxness allarmato, già nel 1970, dalla devastazione delle più remote valli del paese per lo sfruttamento delle risorse naturali; Jón Kalman Stefánsson con i suoi consigli su cosa leggere, guardare e ascoltare; Silvia Cosimini sul pericolo di estinzione di una lingua millenaria; il critico e musicista Atli Bollason su come i suoi colleghi abbiano cavalcato la moda del «borealismo». Vi racconteremo poi dell’ex sindaco punk-anarchico di Reykjavík, che ha trasformato per sempre la politica dell’isola, saliremo a bordo di una barca di pescatori di merluzzo, inseguiremo il sogno di diventare grandi calciatori tra i fiordi innevati. Insomma, spegneremo per un attimo la luce troppo sfolgorante dell’aurora boreale per provare a sentire le mille voci del paese o, ancora meglio, ad ascoltarne il battito.
Olanda book cover
#2

Olanda

2018

Cherchez l’eau, seguite l’acqua. Gli olandesi, così abili nel liberare migliaia di chilometri quadrati di terra dalla sua presenza, non riescono a togliersela dalla testa. O meglio, non possono: se lo facessero il loro paese scomparirebbe in un attimo inghiottito dai flutti. Nei Paesi Bassi, per definizione, se gratti sotto la superficie esce sempre l’acqua. E se provi a raccontare il paese, perfino oggi che la natura è in apparenza domata, ti ritrovi sempre con i piedi bagnati. Lo sa bene il grande reporter Frank Westerman, che nei polder è cresciuto, e che individua nella nostalgia per una natura incontaminata (un ossimoro: la natura in Olanda è solo artificiale) la sorgente di uno dei conflitti irrisolti del paese, tra la sua anima agricola e quella urbana e ambientalista. Sono teoricamente sott’acqua i meravigliosi canali di Amsterdam a cui lo scrittore belga Stefan Hertmans dedica un’appassionata dichiarazione d’amore ammantata di benevola invidia. Sono sotto il livello del mare anche le piste dell’aeroporto di Schiphol – uno dei maggiori hub europei – il porto di Rotterdam – uno dei più grandi al mondo. È dalla lotta contro la furia delle acque che ha preso forma il sentimento nazionale, diventato paradigmatico nel Novecento nella sua versione solidaristica e tollerante, e oggi ostaggio di una retorica nazionalista meno disposta ad accogliere ciò che non viene percepito come normaal. Una china pericolosa per un paese che ha fatto della sfida alle leggi dell’idraulica un marchio di fabbrica, della ribellione un punto d’orgoglio, della rottura degli schemi un credo calcistico, dell’innovazione una fortuna economica – come le coltivazioni intensive della Food valley, luogo ipertecnologico che rende l’Olanda seconda esportatrice di cibo al mondo e all’avanguardia nella ricerca sull’alimentazione del futuro. Ma per fortuna, come ha scoperto dopo lunghe ricerche lo scrittore Toine Heijmans, gli olandesi comuni una cosa in comune sembrano averla: sono molto poco normaal.
Japan book cover
#3

Japan

The Passenger

2018

Più di altri paesi altrettanto ricchi e complessi, il Giappone ha la capacità di suscitare sorpresa. L’esasperazione delle vite dei moltissimi abitanti di un arcipelago così piccolo, il monolitismo delle strutture sociali, l’originalità dell’industria culturale, il gigantismo delle multinazionali tecnologiche, la resilienza delle sue tradizioni e la varietà delle sottoculture delle megalopoli post umane ci lasciano meravigliati o perturbati, e ci trasformano in piccoli etnologi che si grattano la testa perplessi. Perché sorprendersi allora se dalla notte dei tempi un’infinità di viaggiatori, entusiasti, reporter e scrittori ha versato fiumi di inchiostro su questo stesso incanto? Lo stupore non è forse uno dei combustibili della miglior letteratura? Le parole più o meno intraducibili un tempo snocciolate dal nerd di turno impallinato di Sol levante fanno oggi parte del nostro bagaglio culturale comune: otaku, karōshi, sararīman, shokunin, gōkon. Ciò nonostante, il Giappone è sempre un puzzle di cui riusciamo ad assemblare alcune tessere, ma il cui disegno complessivo rimane impenetrabile. Questo enigma lo ha reso un generatore senza fine di storie, racconti, riflessioni di cui nelle pagine che seguono si può leggere una raccolta necessariamente soggettiva, ma trasversale: dal culto degli antenati alla scena musicale di Tokyo, dall’alienazione urbana al cinema, dal sumo al maschilismo, per citarne alcuni. Il Giappone, come sospeso tra invecchiamento della popolazione e post modernità estrema, tra immobilismo e sperimentazione del futuro, è un osservatorio privilegiato per capire il mondo che è stato e quello che sarà. A patto che partiamo per questo viaggio senza la pretesa di risolvere il mistero, perché come ricorda Brian Phillips in «Vivere da giapponesi» (pagina 108): «Alcune storie giapponesi finiscono bruscamente. Altre non finiscono proprio, ma nel momento cruciale staccano sull’immagine di una farfalla, del vento o della luna.»
Portogallo book cover
#4

Portogallo

2019

«Qui un tempo era tutto impero.» Per decenni il Portogallo è rimasto prigioniero di una visione di sé senza riscontro nella realtà. Il grande impero, il decimo nella storia per estensione, non ha lasciato che ferite aperte e retornados incattiviti ed emarginati. L’avamposto sull’Atlantico, con i suoi magnifici e malinconici tramonti, non era più la speranza di grandi scoperte ma la condanna alla saudade, la certezza di una vita alla periferia del mondo. Il salazarismo, una dittatura chiusa, ottusa e bigotta prima ancora che violenta, aveva lasciato un popolo a digiuno non tanto di cibo, ma di tutto il resto: società civile, rivoluzione sessuale e dei costumi, cultura, modernità, economia dei​ ​servizi e apertura alla globalizzazione. Sarà per questo che​ ​oggi l’espressione «miracolo​ ​portoghese» non suona come una forzatura. Da qualche anno il paese ha spiccato il volo:​ ​la crisi finanziaria del 2008 è ormai un ricordo, l’economia si diversifica, il turismo esplode,​ ​il mercato immobiliare prospera e risplende anche la cultura, con un’elettricità che pervade​ ​le arti, come le lettere e la musica. Un popolo che sta finalmente rielaborando​ ​i traumi di​ ​una guerra coloniale ignobile e trascinata troppo​ ​in là, e che oggi è più orgoglioso della sua​ ​lingua che dei suoi confini. Che nella contaminazione fra tradizione e immigrazione e nel​ ​triangolo Europa, Africa e Sud America ha trovato una​ ​voce nuova, unica. Certo, gli​ ​equilibri politico-economici sono delicati e non tutto luccica come le acque del Tago viste​ ​dalla​ ​swinging Lisbona. È tutt’altro che colmata la distanza dalle strade deserte dell’interno,​ ​con i boschi che le costeggiano decimati dagli incendi, e dai villaggi svuotati da flussi​ ​migratori mai interrotti, mentre nella società resistono sacche di razzismo e discriminazione. Ma se oggi le caravelle dovessero salpare, le armi a bordo non sarebbero​ ​i cannoni dell’uomo bianco, ma i potenti sound system di una gioventù meticcia che balla​ ​tutta la notte con la consapevolezza di voler essere qui, ora.
Grecia book cover
#5

Grecia

2019

Se si potesse misurare l’attenzione mediatica ricevuta da una nazione nell’arco di un decennio, poniamo gli anni Dieci del Ventunesimo secolo, la sensazione è che pochi paesi vanterebbero la rassegna stampa raccolta dalla Grecia, tenuto conto delle ridotte dimensioni – geografiche, economiche e demografiche. Pochi paesi, inoltre, sono capaci di generare un ventaglio così eterogeneo di rappresentazioni a seconda del punto di vista dell’osservatore. Volendo prestarci a questo gioco, con una dose abbondante di generalizzazione, la Grecia è un nemico storico se la guardi da Est (tanto per dire: quella che i turchi chiamano «Indipendenza» è per i greci la «Catastrofe»), una meta agognata se la guardi dal Medio Oriente o dalla sponda opposta del Mare di Mezzo, un pericoloso parente da cui prendere le distanze se ti trovi a Ovest (vedi alla voce: «non siamo la Grecia»), tomba dell’Unione europea se sei del Nord e culla della civiltà occidentale se ci stai dentro. Ma anche: vittima sacrificale di interessi superiori se sei una colomba, irredimibile malata di corruzione e burocrazia se sei un falco. Sembra impossibile, per chiunque, non avere un’opinione decisa sulla Grecia. È la fregatura di finire sul palcoscenico del mondo: le notizie rimpiazzano le storie, le sensazioni si sostituiscono ai fatti, i personaggi prendono il posto delle persone. Come tutti gli altri, anche la redazione che ha curato questo volume aveva un’opinione sulla Grecia e, guarda caso, ognuno ne aveva una diversa. Ci siamo impegnati a sospenderle per cercare di restituire dignità e spazio a storie, fatti e persone. Se ci siamo riusciti lo deciderà il lettore, ma una cosa è certa: dopo questo lavoro abbiamo provato a riprenderle, quelle opinioni, e abbiamo capito che non servivano più.
Norvegia book cover
#6

Norvegia

2019

Paesaggi mozzafiato, turismo in ascesa, democrazia in salute, una posizione stabile e decennale nella top ten del Pil pro capite e dell'uguaglianza di reddito, il più grande fondo sovrano al mondo, primo posto nell'«indice di prosperità», che parametra non solo ricchezza ma anche crescita, livello di istruzione e sanità pubbliche, benessere, qualità della vita e dei servizi sociali, tra i primi cinque nelle classifiche di felicità, parità di genere, percentuale di lettori, di energia da fonti rinnovabili, di auto elettriche, la capitale più sicura d'Europa, la prima ad abolire il traffico, il più basso tasso di recidiva criminale al mondo, ultimo paese per vulnerabilità agli effetti dei cambiamenti climatici... va bene, basta così, anche se l'elenco potrebbe andare avanti pagine. Ma c'è un ma? Certo, i ma ci sono sempre, e qui non sono neanche tanto piccoli. Per dire, ce n'è uno che ha nome e cognome, un «biondino come tanti» che compie uno dei più raccapriccianti atti terroristici mai visti, che sarebbe un errore imputare a follia isolata. E poi, per esempio, c'è l'elefante. Quello nella stanza. È passato mezzo secolo dalla scoperta del petrolio al largo delle coste norvegesi, il vero demiurgo del paese più verde del mondo. La domanda è: può uno dei maggiori esportatori di greggio professarsi paese più verde del mondo? In questo libro si parte da qui, dalla fine, che poi è l'inizio di tutto. Dopo vedremo anche il resto, riempiendoci di meraviglia per questa nazione modello. Ma c'è un'altra cosa che sorprende: che le voci più critiche, le meno disposte a chiudere un occhio davanti al pachiderma, le prime a smascherare le ipocrisie, a denunciare le contraddizioni, a gridare il re è nudo sono proprio i norvegesi, le loro voci di punta. Sintomo anche questo, forse, di una società sana, che non si guarda compiaciuta allo specchio e, non smettendo mai di mettersi in discussione - ancora una volta avrà migliorato se stessa.
Berlino book cover
#7

Berlino

2019

«Berlino è troppo grande per Berlino» è il curioso titolo di un libro del flâneur Hanns Zischler che scherza sulla bassa densità abitativa di questa città policentrica così estesa: una delle ragioni per cui la sensazione che suscita è quella di libertà e «spazio». Ma «Berlino è troppo grande per Berlino» anche in senso più ampio: come convivere e tenere viva la fiamma di un mito così ingombrante come «Berlino, città di tendenza»? Per capirlo è necessario un viaggio alle sue origini, gli anni Novanta, quando il tempo sembrava essersi fermato: cicatrici della guerra ovunque, stufe a carbone, palazzi fatiscenti, minimarket spartani, mai una casa che avesse l’ascensore e un citofono funzionante. Visitarla era un’esperienza allucinogena, un viaggio nel passato e nel futuro allo stesso tempo, quando una gioventù curiosa sembrava aver fatto proprio – ribaltandolo in positivo – il famoso aforisma di inizio Novecento di Karl Scheffler: «Berlino è condannata per sempre a diventare e mai a essere.»La ricerca della rovina abbandonata, la caccia al cimelio del mercatino, le feste illegali negli scantinati oggi non ci sono più. Quell’epoca di archeologia urbana è finita per sempre: quasi tutti i palazzi sono stati ristrutturati, le case occupate sgomberate e i negozi con il tipico arredamento Ddr hanno chiuso. Senza più ferite del passato il corpo della città è forse meno drammatico ma di certo è più forte, sano. Anche gli abitanti hanno perso qualcosa di quello struggimento, di quella vena romantica e autodistruttiva, e oggi c’è perfino chi viene a Berlino per lavorare e non solo per «creare» o semplicemente oziare. Ma Berlino rimane una città giovane, che non si attacca morbosamente a un passato «povero e sexy» e i cui unici feticci intoccabili sono una multiculturalità che non accetta compromessi e un futuro che è sempre tutto da scrivere. Anzi, per citare uno che la conosce bene, Berlino è e sempre sarà «potenziale puro».
The Passenger book cover
#8

The Passenger

Brazil

2019

Order and Progress? by Jon Lee Anderson Pride, Prejudice, and Funk by Alberto Riva I Was King of The River by Eliane Brum In second half of the 20th century Brazil made extraordinary contributions to music, sport, architecture. From “bossa nova,” to acrobatic soccer, to the daring architecture of Oscar Niemeyer and Lúcio Costa, the country seemed to embody a new, original vision of modernity, at once “fluid, agile, and complex.” Seen from abroad, the victory of the far right in the 2018 elections was a rude awakening that suddenly turned the Brazilian dream into a nightmare. For locals, however, illusions had started fading long ago, amid paralyzing corruption, environmental degradation, racial discrimination, and escalating violence. Luckily, Brazilians are still willing to fight in order to build a better future. Today the challenge of telling the story of this extraordinary country consists in finding its enduring vitality amid the apparent melancholy.
India book cover
#9

India

2020

Il nuovo numero di The Passenger è dedicato all’India, meta per eccellenza del viaggio di formazione, dell’anno sabbatico alla ricerca di sé. Ma l’India contemporanea stenta a riconoscere sé stessa, afflitta da quella che il grande economista e scrittore Prem Shankar Jha ha definito nel pezzo di apertura «una sfida esistenziale» che consiste nel recuperare il sincretismo religioso che ne ha fatto per secoli un terreno fertile di sintesi tra induismo e islam e nel fuggire dal progetto fondamentalista di un paese per soli indù portato avanti con ferocia dal premier Modi. Pochi sanno, tra l’altro, che una comunità sotto attacco, invisa a tutte le religioni, è quella degli atei, tema di un esclusivo reportage della giornalista Julia Lauter. La diversità e la ricchezza della cultura indiana sono l’anima di un paese che non ha una voce né una lingua sole, ma si esprime in 22 lingue ufficiali e decine di altri idiomi e dialetti, come sottolinea Arunava Sinha nel suo babilonico viaggio Un paese, molte letterature. Per il governo centrale di Delhi invece, soprattutto sotto l’attuale ideologia nazionalista, la diversità – linguistica, etnica, regionale e religiosa – è una minaccia da affrontare manu militari, come ci racconta lo scrittore kashmiro Mirza Waheed, che ha vissuto in prima persona la repressione nella regione al confine con il Pakistan, scossa da decenni di scontri. In India esiste però anche un altro centro di potere, che al contrario è sempre stato affascinato dalla diversità: Bollywood, che scopriamo provare un amore morboso per la Svizzera, quintessenza della fascinazione per le ambientazioni esotiche agli occhi dello spettatore indiano, raccontata nell’articolo di Juhi Saklani. Altra curiosità poco conosciuta è l’avanguardistico programma spaziale indiano, ingiustamente ai margini della narrazione sullo spazio, come descritto da una protagonista del settore, la space designer e imprenditrice Susmita Mohanty. Eppure, mentre una parte del paese partecipa al boom economico e tecnologico, larghe fette della popolazione sono ancora oggi condannate alla povertà in virtù del sistema delle caste, la madre di tutte le ingiustizie dell’India secondo l’autorevole parere di Arundathi Roy, autrice di un manifesto contro la discriminazione castale. L’altra grande categoria discriminata, come è tristemente noto, sono le donne, che subiscono il peso della società patriarcale, anche se non mancano movimenti di resistenza ed esempi di riscatto come suggerito negli articoli delle scrittrici Tishani Doshi e Sonia Faleiro che ci mostrano un’altra India: dalle danze dei transessuali, hijra, alle mobilitazioni delle madri del Manipur, al mondo del wrestling che vede una lottatrice come protagonista. The Passenger India è anche il primo volume della collana a ospitare un esclusivo graphic essay, sul cibo bengalese, e un longform dell’Economist sui monsoni, la chiave per capire le difficoltà dell’India, un paese ancora fondamentalmente agricolo e per questo gravemente minacciato dai cambiamenti climatici.
Turchia book cover
#10

Turchia

2020

Shipwrecks Under Istanbul by Elif Batuman - Nations Within Nations by Asli Erdoga - How Turkish TV Is Taking Over the World by Fatima Bhutto - Also: the failed coup that was thirty years in the making; the rise of femicide in New Turkey; the flooding of a 12000 year-old town; the political satirist resisting censorship; the communist mayor, business à la Turque, and much more… The birth of the “New Turkey”, as the country’s President Recep Tayyip Erdogan has called his own creation, is an exemplary story of the rise of “illiberal democracies” through the erosion of civil liberties, press freedom and the independence of the judicial system. Turkey was a complex country long before the rise of its new sultan: born out of the ashes of a vast multi-ethnic and multi-religious empire, Turkey has grappled through its relatively short history with the definition of its own identity. Poised between competing ideologies, secularism and piousness, a militaristic nationalism and exceptional openness to foreigners, Turkey defies easy labels and categories. Through the voices of some of its best writers and journalists–many of them in self-imposed exile—The Passenger tries to make sense of this fascinating, maddening country, analyzing how it got to where it is now, and finding the bright spots of hope that allow its always resourceful, often frustrated population to continue living, and thriving.
Svezia book cover
#11

Svezia

2020

La Svezia è il candidato perfetto per essere sottoposto allo sguardo indagatore di The Passenger. Non c’è paese infatti che sia stato più idealizzato come welfare state per antonomasia, patria del politicamente corretto, meta prediletta di rifugiati politici ed economici, superpotenza gentile, progressista e liberale. Un articolo della giornalista Elisabeth Åsbrink, già vincitrice tra gli altri del Premio Kapuściński, per esempio ci porta a capire perché Greta Thunberg non sarebbe potuta nascere altrove; in Svezia responsabilizzare e attribuire dignità ai giovani è una tradizione che risale addirittura a Selma Lagerlöf. L’altra faccia dell’individualismo e dell’indipendenza dalla famiglia, risultato anche di decenni di governi socialdemocratici, è però la disperata solitudine di una società che ha alcuni tratti di una distopia postmoderna, come racconta, in un’intervista il regista Erik Gandini, autore del sorprendente documentario La teoria svedese dell’amore. Un secondo sguardo rivela sempre qualcosa di meno rassicurante, come l’evoluzione dei Democratici svedesi, che da minuscolo movimento neonazista negli anni Ottanta, è diventato partito di maggioranza, probabile conseguenza di una delle più generose politiche di accoglienza profughi che la storia ricordi. Ma il «rischio immigrazione» come sottolinea Gellert Tamas nel suo reportage sull’estrema desta è stato costantemente strumentalizzato. Con Gunnar Wall torniamo su quello che è ancora l’episodio più misterioso della storia svedese, l’omicidio Olof Palme, il primo ministro che ha modellato la politica estera «etica», che è stata recentemente ripresa in chiave femminista. Ma non mancano gli scandali, come quello a sfondo sessuale che ha travolto l’Accademia del Nobel, e che ci viene raccontato dal giornalista inglese Andrew Brown, grande esperto di Svezia. Con The Passenger esploriamo anche i motivi per cui un paese così piccolo e remoto sia diventato primatista in campi impensabili: dalle start up di successo planetario come Spotify – i cosiddetti «unicorni» descritti dall’autrice Kina Zeidler – a un incredibile talento nel fabbricare una sfilza di hit in cima alle classifiche mondiali, come ci racconta l’esperto di musica e cultura pop Jan Gradvall. Parliamo di cambiamento climatico in uno dei paesi che ne meno è colpito, dove ha facilitato una piccola ma fiorente produzione di vino; leggiamo anche dei suoi effetti sulla piccola isola di Runmarö, dove vive il grande scrittore Fredrik Sjöberg, autore, tra gli altri, dell’Arte di collezionare mosche. La giornalista e poetessa Marit Kapla ci guida nelle case dei pochi abitanti rimasti a Osebol, un anonimo villaggio nel Värmland settentrionale, una provincia della Svezia centrale al confine con la Norvegia. I loro racconti dipingono un ritratto sfaccettato della vita quotidiana in un piccolo villaggio che come tanti lotta per non restare spopolato, invecchiato e senza servizi. Per concludere i consigli della poetessa Aase Berg per capire il suo paese attraverso un’opera musicale, letteraria e cinematografica.
The Passenger book cover
#12

The Passenger

Paris

2020

Un anno dopo essere stato a Berlino, The Passenger torna a esplorare una città e va nella capitale dell’amore, Parigi. Il libro si apre con un pezzo dell’architetto e critico d’arte Thibaut de Ruyter che, partendo da una lettera d’amore al Centre Pompidou, riflette sulla tradizione dei presidenti francesi di «regalare» un grande progetto alla città; oggi al loro posto ci sono sponsor privati con grandi mezzi e poche idee. A un occhio attento Parigi si rivela più variopinta di quanto le guide turistiche vorrebbero farcicredere: vi convivono una incredibile varietà di culture e di storie. Come quella della più grande comunità cinese d’Europa, descritta dal giornalista Tash Aw: la nuova generazione mescola le proprie origini con i valori francesi di liberté, égalité, fraternité e decide di far sentire la propria voce protestando contro il razzismo. E poi, lo sapevate che Parigi è la capitale della Sape, un movimento sociale nato in Congo e incentrato sul culto dell’eleganza? Frédéric Ciriez e il sapeur Jean-Louis Samba ci svelano i codici segreti di questo dandysmo centrafricano. Il giornalista James McAuley ci racconta poi, in un articolo uscito sul The Guardian, come in una Francia – e una Parigi – ossessionate dalla laicità di stato, gli omicidi di due anziane donne ebree siano stati strumentalizzati per dare nuova forza a una crescente islamofobia. Lo scrittore e chef Tommaso Melilli ci accompagna alla scoperta della bistronomie, la rivoluzione culinaria degli ultimi vent’anni che ha portato una generazione di cuochi stufi dell’ambiente rigido dei grandi ristoranti a portare l’alta cucina ai tavoli dei bistrot di quartiere. La giornalista Alice Pfeiffer analizza gli stereotipi legati alla parigina, una donna che esiste quasi solo nella fantasia dei grandi registi e delle redattrici delle riviste di moda, eppure rimane uno dei maggiori prodotti di esportazione della capitale francese. Un altro simbolo che viene ridimensionato è l’immagine degli Champs Élysées, da viale del lusso e del potere a palcoscenico delle proteste dei gilet gialli: Ludivine Bantigny ci spiega come la madre di tutte le strade parigine ha finito per incanalare il malcontento e l’odio di una parte del paese. Il rapporto tra capitale e provincia è centrale nel saggio della scrittrice e giornalista Blandine Rinkel, che svela molte delle difficoltà che incontra chi arriva a Parigi, da turista o da studente, e si scontra per la prima volta con la città reale, così diversa da quella idealizzata dal cinema e della letteratura, e con una certa spocchia dei parigini. Anche Samar Yazbek è un’amante della Parigi letteraria, e racconta i suoi viaggi – fisici e non – tra la capitale francese e la sua Damasco, da cui è fuggita a causa della guerra. Ma non sono tutti uguali gli abitanti della capitale, ci sono anche gli ultimi romantici del calcio di una volta che tifano il Red star, la squadra parigina e partigiana del famigerato dipartimento 93 descritto da Ladj Ly nel film I miserabili. A parlarcene è un grande appassionato, lo scrittore Bernard Chambaz.Chiudiamo con un testo di Teresa Bellemo sulla trasformazione di Parigi, per volontà della sua sindaca Anne Hidalgo, nuova stella dell’ambientalismo europeo, che immagina una metropoli in cui i parcheggi lasciano il posto agli alberi e alle biciclette.
Rome book cover
#13

Rome

The Passenger

2021

Fully-illustrated, The Passenger collects the best new writing, photography, art and reportage from around the world. IN THIS VOLUME: Rome doesn’t judge you by Nicola Lagioia・The soul of the city by Matteo Nucci・39 memos for a book about Rome by Francesco Piccolo・Plus: a guide to the sounds of Rome by Letizia Muratori; the feigned unrest and real malaise of the suburbs; the influence of the Vatican; the excessive power of real estate speculators and the rule of gangs; disillusioned trappers; football fans of every age, and much more... If you believe what’s currently being said about Rome—in the media and by its residents—the city is on the verge of collapse. Each year, it slips further down the ranking of the world’s most liveable cities. To the problems faced by all large capitals—hit-and-run tourism, traffic, the divide between elegant, Airbnb-dominated city centers and run-down suburbs—in recent years Rome seems to have added a list of calamities of its own: a string of failing administrations, widespread corruption, the resurgence of fascist movements, rampant crime. A seemingly hopeless situation, perfectly symbolized by the fact that Rome currently leads the world in the number of self-combusting public buses. If we look closer, however, this narrative is contradicted by just as many signs that point in the opposite direction. Above all, the lack of the mass migration one would be except in these circumstances: the vast majority of Romans don’t think for a second of “betraying” their hometown, and the many newcomers who have populated it in recent decades are often indistinguishable from the natives in the profound love that binds them to the city. Rome is a place of contradictions and opposites: an “incredibly deceptive city”, always different from what it appears to be. It is thought to be large but it is actually immense, the largest metropolis in Europe. Most important, contrary to the most common and least accurate stereotype about it, Rome is a profoundly modern city. While the city itself was founded almost three millennia ago, 92 per cent of its buildings have been built after 1945. The bottom line is that, in order to understand Rome and fix its problems, we should start considering it a normal city, “not unlike Chicago or Manchester.” Only, incomparably more beautiful.
Spazio book cover
#14

Spazio

2021

Sessant’anni fa, il 12 aprile 1961, Jurij Gagarin volò in orbita dando inizio all’era spaziale. Ma dopo i primi successi sovietici e quelli delle missioni Apollo, la corsa allo spazio si fermò. Tra il 1969 e il 1972 dodici uomini (nessuna donna) camminarono sulla Luna. Poi, più nessuno. Dall’inizio di questo secolo l’esplorazione e lo sfruttamento dello spazio hanno subito un’accelerazione paragonabile a quella degli anni Sessanta, ma con modi e motivi del tutto diversi: adesso sono le aziende private a suonare la carica. È per raccontare questa nuova corsa allo spazio, in cui ambizioni diverse – scientifiche, tecnologiche, economiche, politiche, millenaristiche – fanno da combustibile per i razzi, che The Passenger viaggia più lontano che mai. I corvi di Odino, Huginn e Muninn si trasformano in sonde spaziali e rover su pianeti distanti, per riferirci cosa sta succedendo sopra le nostre teste, uno dei più grandi cambiamenti in atto nel – e fuori dal – mondo contemporaneo.Si parte con Jo Marchant, scrittrice e giornalista scientifica inglese, che racconta qualcosa a cui non capita tutti i giorni di assistere: la nascita di una nuova scienza, l’astrobiologia, che raccoglie discipline diverse – dallo studio di esseri viventi «estremofili» alla ricerca di pianeti fuori dal sistema solare – per indagare l’origine e l’evoluzione della vita nell’universo. La ricerca di vita intelligente, invece, è ormai un affare cinese, come racconta Ross Andersen, vicedirettore di The Atlantic, in visita al più grande radiotelescopio del mondo, costruito nelle spettacolari montagne carsiche della Cina sudorientale con l’esplicito scopo di captare onde radio di civiltà aliene. La Cina è anche all’avanguardia nell’esplorazione della Luna, ma non è da sola: l’autrice canadese-statunitense Rivka Galchen ci guida alla scoperta di tutti quelli – paesi o aziende – che vogliono in qualche modo sfruttare il nostro satellite. Lo scrittore olandese Frank Westerman ci riporta alla corsa allo spazio originale, quella tra Stati Uniti e Russia, che ha vissuto di prima mano nel glorioso cosmodromo di Bajkonur in Kazakistan quando le vecchie rivali hanno cominciato a collaborare al più ambizioso (e costoso) progetto comune, la costruzione della Stazione spaziale internazionale: lo spazio, spiega Westerman, è dove l’umanità proietta il meglio di sé, l’immagine che vorrebbe dare all’universo, come quella incisa sul disco d’oro a bordo delle sonde Voyager, in rotta per lo spazio interstellare. Del rapporto dell’uomo con lo spazio parla anche lo scrittore e attivista ambientale islandese Andri Snær Magnason che riflette su come siamo ormai distaccati dalla natura che ci circonda, con conseguenze tragiche, e abbiamo disimparato a guardare un cielo stellato. Paolo Giordano ci porta invece sottoterra, nel grande laboratorio scavato nel Gran Sasso dove paradossalmente si studia lo spazio: solo con la protezione di chilometri di montagna abbiamo qualche speranza di captare i neutrini, le particelle più elusive dell’universo, con cui il sole ci bombarda in ogni secondo senza che ce ne accorgiamo. Un altro pezzo d’autore è quello della pluripremiata scrittrice americana Lauren Groff, che in gita alla Disneyland dello spazio, a Cape Canaveral, si chiede se facciamo bene a delegare il nostro futuro all’egotismo di un paio di miliardari presuntuosi. Infine, pubblichiamo l’inchiesta della giornalista australiana Elmo Keep sulla start up Mars one, che prometteva un biglietto di sola andata per Marte, una delle storie più eclatanti di questo nuovo mondo che è il «NewSpace» delle aziende private.
Svizzera book cover
#15

Svizzera

2021

Un paese senza una lingua comune, multiconfessionale, in cui le autorità locali hanno lo stesso peso di quelle nazionali, circondato da grandi potenze - eppure coeso, longevo, stabile, forte. Questa Willensnation, nazione fondata sulla volontà (e non su basi etniche o linguistiche) è spesso vista con diffidenza, se non aperta «elvetofobia», termine coniato da Guido De Franceschi nella rubrica che apre il volume. Temuta e invidiata, spesso caricaturizzata, idealizzata o ridicolizzata: che paese è realmente la Svizzera? L’interesse verso l’eccezionalità elvetica è tornato di grande attualità con l’entrata in vigore della Brexit, un motivo in più per The Passenger per lanciarsi nella sfida di svelare un luogo intrigante, anche perché famoso per i suoi segreti, quello bancario su tutti. Nel frattempo è stato rimosso ma ne rimangono altri, come il muro di discrezione che protegge la più grande collezione d’arte del mondo, che riusciamo a infrangere grazie a un reportage di Isabelle Mayault. Il volume si apre con un’intervista allo scrittore Peter Bichsel, storica voce critica e controcorrente che si interroga proprio su questo: l’anima del paese. Spesso sono gli stessi svizzeri a essere corresponsabili della diffusione di un’immagine distorta di paradiso rurale e alpino da cartolina, tematica che affrontiamo grazie a Oliver Scharpf che ha dedicato un intero libro ai miti svizzeri, da Heidi al coltellino, e di come hanno contribuito ad alimentare l’industria del turismo. Quest’idillio di sole, chalet e prati fioriti non corrisponde del tutto alla densità di centri urbani, peraltro abitati dalla percentuale più alta di immigrati in Europa dopo il Lussemburgo: uno su quattro. Lo scrittore di origini camerunensi Max Lobe ci racconta cosa significa integrarsi e affannarsi per provare a diventare un «bravo svizzero». Le procedure per ottenere la cittadinanza, come si sa, sono tra le più rigide al mondo e così molti si limitano a fare i frontalieri in un paese incastonato tra le montagne che è tutto un confine: tra cantoni e stati europei, tra comunità linguistiche e religiose. Yari Bernasconi, poeta e giornalista, ci porta in tre crocevia simbolo: Ginevra, Basilea e Chiasso. A proposito di diversità linguistiche e culturali non poteva mancare un contributo in romancio, è quello di Leo Tuor che racconta le montagne tra i Grigioni e il Ticino con gli occhi di chi le vive da vicino: pastori e cacciatori. Oltre alle quattro lingue ufficiali ce n’è una quinta che in realtà è la più parlata di tutte – un altro segreto, ma questa volta di Pulcinella – il dialetto svizzero tedesco. Glorificato come «lingua del cuore», secondo Irena Brežná, scrittrice senza peli sulla lingua – è il caso di dirlo – ha invece un retrogusto sovranista e provinciale che tende a escludere chi non lo mastica. La Svizzera è primatista europea nell’accoglienza di turisti che affrontano un viaggio di sola andata, quello per ricorrere al suicidio assistito, garantito dall’approccio laico e libertario dello stato, raccontato in prima persona da Daniel de Roulet, autore di un romanzo sul ricorso all’eutanasia da parte di sua madre. Infine, per comprendere la Confederazione elvetica, non possiamo non affrontare due capisaldi della sua identità: la democrazia diretta, spiegata dall’autorevole storico Georg Kreis, e l’esercito, sviscerato dal giornalista della Radio Svizzera Enrico Bianda.
Napoli book cover
#16

Napoli

2021

Nell’anno cruciale delle elezioni comunali che sanciscono la fine dell’era de Magistris The Passenger torna a esplorare una città italiana. Il volume si apre proprio con una riflessione dello storico Paolo Macry sui sindaci più carismatici del dopoguerra, populisti ante litteram che non di rado hanno incarnato una vocazione monarchica distanziandosi dai partiti nazionali. Il presunto eccezionalismo locale è forse dovuto al rapporto morboso e indissolubile con il passato? si chiede il ricercatore Lorenzo Colantoni mentre ci accompagna in un viaggio attraverso le mille stratificazioni del centro storico. Anche il culto dei defunti rientra in questa specificità che ripercorriamo visitando con Carmen Barbieri il cimitero di Poggioreale, una città nella città, che al suo interno include dieci cimiteri, secoli di storia e abusi edilizi. Una pagina del recente passato – la presenza dell’esercito americano durante la guerra – ha lasciato una piacevole eredità rendendo Napoli musicalmente meticcia come ci racconta Francesco Abazia nel suo articolo Neri a metà. Cristiano de Majo, scrittore e giornalista, ci svela invece una Napoli «normale» e quasi surreale, quella del quartiere della media borghesia in cui è cresciuto, il Vomero, il meno raccontato di una città che invece negli ultimi anni ha vissuto una sorta di ipernarrazione cinematografica e letteraria. E così Peppe Fiore nel suo Partenosfera per la prima volta prova a fare un bilancio di questa stagione in cui Napoli è diventata la città più filmata del Belpaese. Una storia di successo nazionale poco raccontata è quella di Fanpage, il sito più cliccato d’Italia: Raffaella Ferré ci aiuta a mappare l’insolito panorama giornalistico napoletano. Una notizia che ha spaccato l’opinione pubblica è stata quella della decisione di censire e rimuovere i tanti altarini abusivi e murales dei quartieri popolari che celebrano i giovani uccisi in scontri a fuoco con la polizia o con la camorra. Questa criminalizzazione indiscriminata di una forma di espressione del sentimento e del risentimento popolare è al centro dell’articolo di Alessandra Coppola. Una manifestazione gioiosa e immancabile di napoletanità è quella del tifo calcistico evocata con passione e un pizzico di nostalgia da Gianni Montieri in Voci azzurre. Piero Sorrentino invece ci porta in quello che è stato il cuore industriale della città, i quartieri di Bagnoli e San Giovanni a Teduccio, che oggi vivono in un limbo tra speranze e frustrazione per il lento processo di riqualifica. In questo numero di The Passenger, illustrato con le foto di Mario Spada, famoso per il suo lavoro documentaristico su Napoli, torna anche la graphic novel, con l’illustratrice Cristina Portolano che disegna una cartolina della città che cambia
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#17

The Passenger

Ireland

2021

Quando è nata la giornalista e scrittrice Caelainn Hogan, nel 1988, l'omosessualità e l'aborto erano illegali, il divorzio proibito e la pillola contraccettiva accessibile solo su ricetta medica a coppie sposate. Trent'anni dopo, in un referendum nel 2018, l'emendamento della costituzione che di fatto vietava l'aborto è stato abrogato da una larga maggioranza, dopo che la popolazione irlandese aveva già legalizzato il matrimonio gay – primo paese al mondo a farlo per via referendaria. Per questo numero di The Passenger, Hogan ha incontrato la romanziera Catherine Dunne e insieme – due donne di generazioni diverse – hanno cercato di capire cos'è cambiato in una società che, davanti all'evidenza delle ingiustizie e umiliazioni subite quotidianamente dalle donne irlandesi, si è dimostrata più avanti dei politici che la rappresentano. Decisivo è stato un nuovo strumento di democrazia, l'assemblea di cittadini: ne scrive Ursula Barry, professoressa emerita all'Università di Dublino e membro esperto dell'assemblea più recente, sull'uguaglianza di genere. Un ritratto più in chiaroscuro di questa trasformazione lo fa Colum McCann, la voce della diaspora irlandese in America, che sottolinea le contraddizioni del successo economico del paese, e vede nelle brutture (paesaggistiche e morali) create dalla «Tigre celtica» un antidoto alla famosa bellezza dell'isola che impediscono allo scrittore emigrato di morire di troppa nostalgia. È un tema che ritorna in un pezzo sul tradizionale cottage irlandese di Sara Baume, artista e scrittrice, rappresentante – insieme a Lisa McInerney che ci consiglia un libro, un film e un album per capire l'Irlanda contemporanea – della nuova generazione che sta rinnovando la lunga tradizione letteraria del paese. L'inglese Keiran Goddard ci offre invece la prospettiva della diaspora «emotiva», quella dei figli e nipoti degli emigranti che cercano di venire a patti con le loro origini, e lo fa attraverso le parole di una delle più belle e strazianti canzoni folk irlandesi. Un'altra storia di successo, quella del processo di pace in Irlanda del Nord, è invece messa a rischio da una Brexit imposta dall'esterno: l'Irlanda del Nord – che compie cent'anni proprio quest'anno – ha votato per rimanere nell'Unione europea ma si ritrova con una nuova frontiera marittima a separarla dal resto del Regno Unito. È un veterano corrispondente della Bbc da Belfast, Mark Devenport, che ci racconta le rinnovate tensioni di una regione al confine tra due unioni. Le conseguenze di trent'anni di violenza, d'altra parte, continuano a farsi sentire. Siamo orgogliosi di pubblicare un articolo di Lyra McKee, uccisa a soli 29 anni durante una manifestazione della Nuova Ira nel 2019, in cui la giovane giornalista nordirlandese indaga sull'epidemia di suicidi che, dopo la pace del 1998, ha causato più morti degli stessi Troubles. Il confine tra Nord e Sud è al centro della riflessione dello scrittore Mark O'Connell sulla natura immaginaria delle nazioni, incorniciata da un'esilarante visita guidata delle location dove è stata girata la serie tv Game of thrones. È il rugby, più di ogni altra cosa, a unire le due Irlande, come racconta Brendan Fanning, giornalista ex giocatore e allenatore, che guarda però anche alle divisioni di classe insite nello sport nazionale. William Atkins parla di paludi e torba, del loro ruolo nell'economia e nella psiche del paese, fonte di energia e posti di lavoro, ma anche di emissioni di CO2 da ridurre drasticamente. Mentre Manchán Magan viaggia lungo la costa ovest dove, da quando l'Irlanda ha aderito al Mercato unico europeo aprendo le sue acque ai superpescherecci stranieri, le comunità di pescatori stanno pian piano scomparendo, e con loro la lingua irlandese e un modo di vedere il mare – e di parlarne. Infine, non poteva mancare la maggiore esportazione irlandese, il pub, raccontata da un grande appassionato, Mirko Zilahy. Il numero è illustrato dalle foto del pluripremiato fotografo Kenneth O'Halloran.
The Passenger book cover
#18

The Passenger

California

2022

Fully-illustrated, The Passenger collects the best new writing, photography, art and reportage from around the world. IN THIS VOLUME: Growing Uncertainty in the Central Valley by Anna Wiener - How Does It Feel to Be a Solution? by Vanessa Hua - The Burning of Paradise by Mark Arax - plus: direct democracy and unsustainable development, the rise of the 'land back' movement, the cultural renaissance of Los Angeles in defiancé of rampant gentrification, and much more... California has stood for more than a century as the brightest symbol of the American dream. In recent years, however, the country's mainstream media has been declaring with increasing frequency—and thinly veiled schadenfreude—the "end of California as we know it." The pessimists point to rising inequality, racial tensions, and the impact of climate change as evidence that the Californian dream has been shattered. Between extreme heat, months-long droughts, devastating wildfires, and rising sea levels, looking at California is like watching the trailer for what awaits the world if we don't act to reduce global warming. Faced with these pressures, more and more Californians are leaving the state, leading to an unprecedented decline in population that could change the cultural and political balance of power in the country at large. That said, demographic decline and climate disasters don't tell the whole story of one of the most dynamic and diverse states in the Union—one that continues to drive technological and political innovation and define the evolution of work, food, entertainment, and social relations. This volume offers a fascinating picture of California in all its complexity and contradictions; an attempt to understand the laboratory where much of the world's future continues to be written.
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#19

Nigeria

2022

Fin dalla sua indipendenza dal Regno Unito nel 196o, la Nigeria è vissuta in uno stato di crisi permanente. Il collante per questo paese, diviso ma con «l'ossessione dell'unità nazionale», è stata la dipendenza dal petrolio, che ha però eroso istituzioni e sviluppo economico-sociale e portato corruzione, colpi di stato, disastri ambientali. Sotto molti aspetti l'arrivo della democrazia, nel 1999, non ha migliorato le cose: si stima che cento milioni di nigeriani, la metà della popolazione, vivano sotto la soglia di povertà. Soprattutto, è la violenza diffusa a dipingere un quadro sconfortante: dai terroristi di Boko haram ai nuovi movimenti secessionisti armati, fino alla piaga dei rapimenti, che miete sempre più vittime e può colpire chiunque. Come si vive in un paese in cui lo stato è, nel migliore dei casi, assente? In cui manca la corrente sei mesi all'anno, la sanità e l'istruzione pubbliche sono inesistenti e l'esercito, schierato in ognuno dei 36 stati che formano la federazione, non riesce a contenere la violenza? In questo quadro l'unica società possibile è quella del «fai da te», che germoglia dove e come può. Non appena nasce il minimo barlume di opportunità, i nigeriani sfoderano tutto il dinamismo e l'imprenditorialità repressi, e inventano: app finanziarie per ovviare all'inaccessibilità del sistema bancario, una rivoluzione energetica solare per rendersi autonomi dalla rete elettrica pubblica (ma anche metodi artigianali - e inquinanti - di raffinare il petrolio), e-commerce su Instagram per vendere afrodisiaci tradizionali, film a budget ridottissimo, libri e musica che riscuotono successi in tutto il mondo. Nessun altro paese del continente africano è permeato dalla stessa vivacità. E mentre la generazione dei generali che ha vinto la guerra civile e governato il paese per sessant'anni è ormai agli sgoccioli, il rifiuto di sempre più giovani di voltarsi dall'altra parte davanti all'ingiustizia e alla violenza (di stato e non) apre spiragli di speranza: forse le forze più vitali riusciranno a prendere in mano il futuro del paese. E, come sono abituate a fare, ad aggiustarlo.
Oceano book cover
#20

Oceano

2022

Il singolare è d'obbligo: Oceano, unico grande mare che ricopre oltre il settanta per cento del pianeta. «Bisognerebbe chiamare la Terra Oceano, perché tutte le masse terrestri sono isole» suggerisce l'icona dell'oceanografia Sylvia Earle. Questo invito a cambiare sistema cosmologico, a essere meno terracentrici, si accompagna alla necessità di una conversione etica che miri all'empatia e a una visione del mondo meno antropocentrica. Spesso parlando di allevamenti intensivi si dice che «se vedessimo come vivono e muoiono gli animali» non li consumeremmo più. È meno comune che questi ragionamenti vengano estesi agli abitanti dei mari, nemmeno ipoteticamente, perché ciò che è sotto la superficie e per di più a centinaia o migliaia di chilometri dalla terraferma è molto più difficile da vedere. Per questo è ancor più importante parlarne, in termini sia scientifici che narrativi, e invitare alla riflessione, come fanno i migliori divulgatori quando ci spiegano che la conoscenza scientifica, per esempio sugli effetti devastanti dello sterminio della fauna selvatica oceanica, c'è già, ma non è ancora stata interiorizzata. Manca l'empatia quindi, quella facoltà che a torto consideriamo solo umana, quando nei cetacei, come indica lo studio della loro biologia e dei loro comportamenti, potrebbe essere ancora più sviluppata. Rimediare a questa «cecità al mare» non significa solo interessarsi alla salute degli oceani, così fondamentale per il regolamento del nostro clima, ma includere nella narrazione ― o portare a galla, l'acqua è il simbolo per eccellenza dell'inconscio ― tante storie invisibili: dalle vite dei lavoratori offshore sulle piattaforme petrolifere, alla riservatissima industria del trasporto marittimo, fino ai pescatori di frodo, disposti a sfidare iceberg, tempeste e mesi di fughe dagli ambientalisti pur di non abbandonare il loro prezioso carico. Bisogna cambiare rotta, e se lo dice un capitano esperto come Giovanni Soldini, non possiamo che seguirlo.
Barcellona book cover
#21

Barcellona

2022

Barcellona ha passato anni il processo indipendentista catalano l’ha trasformata in un campo di battaglia politica, il turismo di massa, che a tratti è sembrato incontrollabile, ha svuotato il centro storico dai suoi abitanti, traumatizzati anche da un attacco terroristico sulla Rambla, la sua strada più famosa; e la pandemia, come altrove, ha colpito duramente il sistema sanitario e un’economia più che altrove basata sui servizi, portando al sorpasso, in termini di pil, della Comunità di Madrid, in una rivalità che ha smesso di essere virtuosa. Per molti, il modello di sviluppo che ha trasformato la città per i Giochi olimpici del 1992 ha fatto il suo corso, vittima del suo stesso successo o conseguenza inevitabile della stretta commistione tra pubblico e privato che il modello comportava. Barcellona ha risposto nel modo che sa fare sperimentando, cercando nuove soluzioni, ripensando la propria identità. Dal punto di vista urbanistico, l’ultimo esperimento, che si innesta su una lunga storia di progetti ambiziosi e rivoluzionari, è l’introduzione delle supermanzanas, grandi isolati «pacificati» dalle auto, con l’obiettivo di migliorare la qualità della vita in una città particolarmente densa, rumorosa e trafficata. E se non sempre ne viene fuori qualcosa – il «quartiere dell’innovazione», ideato negli anni Duemila, mostra segni di prematuro invecchiamento – l’importante è continuare a provare, non solo in prima della reinvenzione edonistica del 1992, la fama di Barcellona era quella di città anarchica, luogo di lotta sindacale e resistenza al franchismo. Lì ha le sue radici il movimento popolare che ha portato all’elezione a sindaca di Ada Colau, un’attivista con un programma radicale che ha saputo guidare la città attraverso diverse crisi. D’altronde, pur legati come pochi alla propria lingua, alla storia e alle tradizioni catalane – sempre percepite come in pericolo dagli attacchi veri o presunti del potere centrale madrileno –, i barcellonesi sperimentano in tutti campi, dalla musica alla letteratura, dai cannabis club alle spiagge naturiste e, immancabilmente, al discendente del «calcio totale» di Johan Cruijff, il Barça continua a rinnovarsi alla ricerca del bel gioco e ha costruito una delle squadre più forti del calcio del futuro, quello femminile.
Milano book cover
#22

Milano

2022

La più sfuggente e indefinibile tra le città italiane, Milano è quello che non è già dai suoi confini: è relativamente piccola rispetto alla sua forza di gravità, ma i suoi quartieri invadono i comuni limitrofi; come «città metropolitana» è un’astrazione senza alcun senso geografico o politico; come inurbamento è sconfinato, ma non ha una permeabilità di trasporti e collegamenti amministrativi tali da essere considerata una grande metropoli. La confusione non risparmia neanche gli autoctoni, che quando si incontrano devono sempre ripetere: di Milano Milano? In mezzo alla pianura, come sta inscritto (forse) fin nel nome – medio (p)lanum – senza una geografia imperiosa che caratterizzi il panorama o tracci i confini, i milanesi sono abituati a far da sé (ghe pensi mi) e rimodellarla ogni volta a nuove esigenze, adattandola allo spirito del tempo senza temere di stravolgerla. In mancanza di montagne hanno innalzato un «monte», senza lago se lo sono scavato, hanno deviato e tombinato fiumi, aperto e richiuso canali. Della città di un secolo fa non rimane quasi niente, e chi fosse venuto in visita venti, trent’anni fa faticherebbe a riconoscerla. Negli ultimi due decenni è stato ridisegnato lo skyline, e con lui interi quartieri. La Milano della nebbia e del panettone è sparita. È passata anche quella da bere, delle televisioni, sostituita oggi da quella della moda, del design, degli influencer e delle week. Le fabbriche sono location o coworking. In un paese spesso rivolto a un passato glorioso e a tradizioni eterne, è facile deridere una città che abbraccia il nuovo senza troppi pensieri, perché l’età dell’oro per i milanesi è sempre domani. E in questa corsa verso il futuro Milano non guarda in faccia a nessuno perché, da vera seduttrice, non giudica ma si specchia negli occhi di chi guarda: accogliente o terribile, attraente o respingente, liberatoria o fagocitante, aperta o omologata. Come la sabbia su cui è costruita, si lascia plasmare senza opporre resistenza, continuando a inventare, produrre e poi vendere desideri.
Paesi baltici book cover
#23

Paesi baltici

2023

All'indomani dell'attacco russo all'Ucraina le grandi potenze del mondo occidentale si sono svegliate in stato confusionale, con l'amara consapevolezza di non essere state in grado di leggere la svolta epocale che si stava approntando, i cui segnali – con il senno di poi – erano manifesti. Tutti sbigottiti tranne una piccola regione d'Europa, ininfluente e trascurata, ma che, come i fratelli minori nelle fiabe, aveva saputo ascoltare i discorsi dei grandi. I tre cosiddetti «paesi baltici» hanno da poco festeggiato tre decenni di ritrovata indipendenza, assaporandola senza mai dimenticare da chi si sono emancipati, non solo a causa delle frontiere esterne ma per un confine interno che in maniera diversa mina tutti e tre: quello tra le popolazioni autoctone e i russofoni, minoranza in larga parte emarginata e tagliata fuori dalla vita civile, e per questo imprevedibile. Con accenti diversi Estonia, Lettonia e Lituania sono accomunate da uno sforzo per essere considerate europee, cosmopolite, occidentali, perché le si associ a tutto meno che alla Russia. Ognuna cerca di sottolineare la propria specificità attraverso politiche e pratiche culturali volte a rafforzarne l'identità peculiare (lotta comprensibile se si tiene conto che – come nel presente volume – è diffusissima la tendenza ad accorparle): dallo zelo dei lituani nello studio della loro lingua e nella stesura di un vocabolario durata un secolo, alla vivacità dei cori lettoni che tra le altre cose attingono a un repertorio di un milione di dainas, agli estoni un po' troppo affezionati a una visione romantica che li vorrebbe come un popolo ugrofinnico dei boschi. Viste dalla vecchia Europa, alcune di queste manifestazioni possono sembrare folcloristiche e in non pochi casi anche eccessivamente nazionalistiche, ma bisogna tenere conto che qui la storia è sempre recente, il passato vivo. Basta togliere gli occhiali novecenteschi per riscoprire il Baltico come collegamento tra mondi e non come muro tra blocchi, per coglierne il secolare ruolo di porta tra cultura germanica, Svezia, Finlandia e i vasti territori dell'Est. È in questo connubio tra una riscoperta continua delle proprie radici e una forte spinta verso il futuro che i paesi baltici possono essere un esempio per un continente in equilibrio precario tra grandi ideali, paure e crisi d'identità.
Messico book cover
#24

Messico

2023

Nel 2017 è stato annunciato il ritrovamento, negli scavi del Templo mayor nel centro storico di Città del Messico, di uno tzompantli, una piramide di si sapeva della sua esistenza da fonti antiche, ma non erano ancora stati rinvenuti esemplari. Le file ordinate di crani vuoti sono uno spettacolo raccapricciante, ma l’usanza del sacrificio umano – ci ricorda Juan Villoro nel pezzo che apre questo volume – si iscriveva in una cosmologia e sistemi di valore condivisi, per cui la vita si rinnovava attraverso la morte. Cosa dire invece della gratuità della violenza nel Messico di oggi? Il paese è un’«immensa necropoli disseminata di crani contemporanei», in cui ogni giorno spariscono undici donne. Quello che sconvolge – oltre ai numeri – è l’impunità: il novanta per cento dei casi non viene risolto. Proprio le donne sono le prime a ribellarsi, al grido di «ci vogliamo vive», presentandosi come l’unica vera opposizione al governo. Perché anche il presidente populista di sinistra Andrés Manuel López Obrador, nonostante la retorica del «più abbracci, meno pallottole», segue una lunga tradizione dello stato messicano, che preferisce imporre le sue soluzioni piuttosto che ascoltare la volontà dei cittadini. Lo sanno bene le minoranze etnico-linguistiche, spesso destinatarie di politiche e megaprogetti non richiesti, come l’emblematico Treno maya in costruzione nella giungla, portatore di un «progresso» sulla cui definizione le popolazioni locali non sono state consultate. Troppo spesso ci si dimentica che i maya, i mexica, gli zapotechi, i mixe e decine di altri popoli originari non sono stati spazzati via dalla conquista, né dalla repressione dello stato messicano indipendente. Non è solo una questione di eredità culturale, evidente nella lingua, nel cibo, nelle tradizioni e nelle contaminazioni gli «indigeni» (che lo stato si impunta a raggruppare tutti insieme) vivono ancora in ampi territori del paese e se ne prendono cura, difendendo come possono le proprie comunità. Solo riconoscendo anche loro come messicani a tutti gli effetti, la maggioranza criolla potrà forse risolvere la sua contraddizione l’apparente schizofrenia data dall’essere allo stesso tempo europei e americani, conquistatori e conquistati, carnefici e vittime.
Mediterraneo book cover
#25

Mediterraneo

2023

Dal latino «in mezzo alle terre», il Mediterraneo evoca classicità, contaminazioni e cieli azzurri sui quali proiettare un quello di riuscire a catturare i tratti di un’identità comune. Se lo sguardo dello storico sembra smentire l’idea di mediterraneità – David Abulafia in questo volume lo definisce uno spazio frammentato, in cui anche nel passato l’incontro tra culture fu l’eccezione di alcune città cosmopolite e non la regola – sono le Muse a esserne attratte. La vena malinconica e riflessiva dei canti evocata dal musicista turco Zülfü Livaneli, la proverbiale convivialità e la celebrazione del tempo libero lodate da Matteo Nucci sono guardate con un misto di fascinazione e biasimo dai paesi a matrice la nobiltà del profilo greco dell’homo mediterraneus può diventare in un attimo caricatura sprezzante sinonimo di lassismo e arretratezza culturale. Comunque lo si voglia definire, il Mediterraneo appare in trascurato dall’Unione europea che guarda alle coste nordafricane e levantine solo come minaccia e risorsa energetica, è il crocevia di una delle più grandi migrazioni della storia. Mentre ogni anno centinaia di milioni di vacanzieri sciamano verso i suoi lidi, come in uno specchio deformante centinaia di migliaia di persone affrontano un drammatico viaggio contrario per fuggire a guerre, persecuzioni e povertà. La strada liquida, come la chiamava Omero, è sempre più militarizzata, trafficata e inquinata, oltre che surriscaldata e sovrapescata. Visto dalle coste nordafricane, più che un Mare nostrum sembra un muro che divide il mondo arabo da quello europeo, fonte di divisione e non incrocio di culture. Sarebbe più saggio decantarne la varietà più che ricercarne una fuggevole identità comune, ma forse la mediterraneità non è altro che un sentimento, e come tale non vuole sentire ragioni. Nonostante tutto resta affascinante, rassicurante e consolatoria. Sulle sue coste la modernità non attecchisce del tutto, il tempo scorre diversamente, e i popoli si parlano più che altrove. E se l’homo mediterraneus dovesse ancora venire?
Dubai ed Emirati Arabi Uniti book cover
#33

Dubai ed Emirati Arabi Uniti

2025

Anche i più prevenuti e scettici, quelli che non ci metterebbero mai piede, sono incuriositi dall’enigma di Dubai: la città dei superlativi, l’emblema di una cattedrale nel deserto. Com’è possibile che proprio questo suolo proibitivo, quello che poco più di mezzo secolo fa era un modesto villaggio di pescatori sotto protezione britannica, sia oggi sinonimo di lusso e tecnologia, vetrina di una nazione orgogliosa? Non è semplice fare ordine tra le diverse narrazioni in circolazione – quelle propagate dal governo emiratino attraverso sofisticate e milionarie operazioni per ripulire la propria immagine, quelle degli intellettuali locali abituati a esprimersi con cautela in un contesto di libertà di parola limitata, quelle degli osservatori stranieri, a volte troppo unilaterali nelle loro condanne. Come valutare i recenti progressi di un paese che, se da un lato non rispetta gli standard occidentali in termini di diritti umani, dall’altro su temi come l’emancipazione femminile o la libertà religiosa appare come il più tollerante non solo tra le monarchie del Golfo, ma forse nell’intero mondo arabo? Può una leadership autoritaria che non ammette critiche né elezioni, essere allo stesso tempo lungimirante, pragmatica e innovativa? Sono domande scomode, che si interrogano su un modello di progresso e un processo di riforme innegabili ma sempre calate dall’alto, per concessione dei sovrani in uno stato in cui più di tre quarti dei residenti ha solo il permesso temporaneo e non il diritto a vivervi, e spesso è ancora vittima di sfruttamento. Eppure, soprattutto per una fetta di umanità che va dai paesi arabi al Subcontinente indiano, e che sogna un riscatto personale, gli Emirati sono ormai un luogo della mente, un eldorado a cui aspirare. Questo paese sempre più aperto al mondo – campione della diversificazione economica, centro finanziario, commerciale, logistico, immobiliare e turistico internazionale – è ormai una potenza regionale con la quale fare i conti. Che ci piaccia o no.
Copenaghen book cover
#34

Copenaghen

2025

Copenaghen è forse la città che più si avvicina a una visione utopica del futuro. In quale altro luogo è possibile immaginare passeggini incustoditi in ordinate file fuori dai caffè con dentro bambini che dormono tranquilli? Nelle acque un tempo nocive del porto gli abitanti fanno il bagno mentre lungo le piste ciclabili sopraelevate sfrecciano le biciclette. Dall’alto della CopenHill, l’inceneritore che è anche una pista da sci, si vedono pale eoliche a perdita d’occhio. Ricchi turisti affollano sofisticati ristoranti che servono prodotti locali e stagionali. La città, collegata alla Svezia in una regione economica transnazionale completamente integrata, è un modello di innovazione urbana, dove la qualità della vita e l’attenzione all’ambiente sembrano essere priorità indiscusse. The Passenger va a esplorare questo futuro possibile, con storie che cercano di far toccare con mano l’astratto concetto di vivibilità, guardando la città con gli occhi di chi ci vive: chi sta cercando casa, chi sta per diventare genitore, chi preferisce starne lontano e chi la conosceva quando non era ancora la versione migliore di se stessa. Sono i bambini a farla da padroni, in una città-parco giochi che sembra aver deciso che lo storico luna park di Tivoli non era più sufficiente: il segreto danese della felicità potrebbe essere l’idea di fare tutto il possibile perché l’infanzia sia felice. Come si può immaginare, tuttavia, non è tutto rose, fiori e vini naturali. L’ambizioso obiettivo di raggiungere il net zero entro il 2025 è stato posticipato e anche a Copenaghen l’ambiente a volte viene sacrificato per rispondere a problemi più immediati come la carenza di nuove case: il più grosso progetto urbanistico della storia danese, un quartiere in costruzione su un’isola artificiale, è osteggiato dagli ambientalisti, mentre un immenso parco cittadino rischia di essere privatizzato. D’altronde, bisogna far quadrare i conti del tanto invidiato welfare e questo porta a fare dei compromessi: per proteggere il loro piccolo paradiso socialdemocratico, i danesi hanno raggiunto un consenso su chi ne deve essere escluso, e cioè gli immigrati «non occidentali» (nella dubbia definizione dell’ufficio statistiche). Insomma, da Copenaghen l’utopia può sembrare più vicina, ma di mezzo c’è sempre la realtà.
Puglia book cover
#35

Puglia

2025

Trentatré anni separano due sbarchi. Nel 1991, quello che molti intellettuali pugliesi individuano, a posteriori, come l’evento spartiacque che ha acceso i riflettori sulla Puglia: l’attracco al molo Carboni del porto di Bari della Vlora, una carretta del mare stracolma di profughi albanesi. Il secondo nel 2024, quando nel resort di lusso di Borgo Egnazia approdano i capi di stato delle grandi potenze economiche del mondo per la consacrazione definitiva del brand Puglia. Un trionfo planetario che rischia però di contenere le cause stesse di una svolta in senso opposto: sovraesposizione mediatica, overtourism, la vittoria del plastico della Puglia sulla regione in carne e ossa, il passaggio dall’accoglienza dei rifugiati alla hospitality per ultraricchi. I posteri potrebbero cambiare anche il giudizio sulla rivoluzione culturale e la primavera politica che ha vissuto la regione a partire dal 2005: se da un lato l’ondata di rinnovamento che ha ribaltato l’immaginario e la narrazione del territorio ha avuto indiscutibili effetti positivi, dall’altro ha acceso dibattiti sull’autenticità e riflessioni sul paradossale ribaltamento dei valori, come ad esempio nel caso dei trulli e della taranta, che da simboli di una vita contadina misera e arretrata di cui vergognarsi sono diventati motivo d’orgoglio ed elemento identitario. I riflettori hanno reso più evidenti alcune ferite mai curate, come il feroce caporalato subito dai braccianti, il vuoto occupazionale e i veleni lasciati dall’Ilva, l’ascesa della cosiddetta quarta mafia, oltre alla piaga forse più seria di tutte, perché più gravi sono le responsabilità della politica (in concorso di colpe con magistratura e media): la morte di oltre venti milioni di ulivi a causa di un’epidemia che doveva essere gestita invece che negata. E forse è questo il destino dei luoghi di grande luce: quando il sole cala, si formano anche grandi ombre.

Authors

Hallgrimur Helgason
Hallgrimur Helgason
Author · 10 books

Hallgrímur Helgason is an Icelandic author, painter, translator, cartoonist and essayist. He has studied at the School of Visual Arts and Crafts in Reykjavík and the Academy of Fine Arts in Munich. His most famous works are 101 Reykjavík, which was made into a popular film, and Höfundur Íslands (Iceland's Author), which won the Icelandic Literary Prize in 2001. He was nominated for the prize again in 2005 for the novel Rokland (Stormland), along with the Nordic Council's Literature Prize for 101 Reykjavík and Rokland.

Rivka Galchen
Rivka Galchen
Author · 7 books
Rivka Galchen (born 1976) is a Canadian-American writer and physician. Her first novel, Atmospheric Disturbances, was published in 2008. She currently is an adjunct professor in the writing division of Columbia University's School of Art. In 2010, she was chosen as one of the 20 best writers under 40 by The New Yorker.
Jan Brokken
Jan Brokken
Author · 18 books
A well-known journalist, Jan Brokken made his debut as a writer in 1984 with the largely autobiographical novel De provincie (The Province), the story of a youth spent in the countryside, which was made into a successful film. He has published gripping travel books about, among others, Africa, Indonesia and Curaçao, and is the author of the acclaimed and bestselling novels De blinde passagiers (The Blind Passengers, 1996), De droevige kampioen (The Sad Champion, 1998) and Jungle Rudy (2006). His work, which has been translated into several languages, has been compared in the international press to that of Graham Greene and Bruce Chatwin.
Jo Marchant
Jo Marchant
Author · 5 books
Dr Jo Marchant is an award-winning science journalist based in London. She has a PhD in genetics and medical microbiology from St Bartholomew’s Hospital Medical College in London, and an MSc in Science Communication (with a dissertation in evidence-based medicine) from Imperial College London. She has worked as an editor at New Scientist and at Nature, and her articles have appeared in publications including The Guardian, Wired UK, The Observer Review, New Scientist and Nature. Her radio and TV appearances include BBC Radio 4’s Start the Week and Today programmes, CNN and National Geographic. She has lectured around the world. Her book Decoding the Heavens was shortlisted for the 2009 Royal Society Prize for Science Books.
Nick Hunt
Nick Hunt
Author · 6 books
Nick Hunt has walked and written across much of Europe. His first book 'Walking the Woods and the Water' (Nicholas Brealey, 2014) was a finalist for the Stanford Dolman Travel Book of the Year. He also works as a contributor and editor for the Dark Mountain Project.
Philip Hoare
Philip Hoare
Author · 12 books
Philip Hoare is an English writer, especially of history and biography. He instigated the Moby Dick Big Read project. He is Professor of Creative Writing at the University of Southampton and Leverhulme artist-in-residence at the Marine Institute, Plymouth University, which awarded him an honorary doctorate in 2011.
Arunava Sinha
Arunava Sinha
Author · 5 books
Arunava Sinha translates classic, modern and contemporary Bengali fiction and nonfiction into English.
Kristina Sabaliauskaite
Kristina Sabaliauskaite
Author · 9 books

Dailės istorikė dr. Kristina Sabaliauskaitė gimė Vilniuje, nuo 2002 dirba Londone didžiausio Lietuvos dienraščio užsienio korespondente. 2008 m. debiutavo istoriniu romanu "Silva rerum" (leidykla "Baltos lankos"), tapusiu dešimties leidimų sulaukusiu bestseleriu ir pripažintu "literatūros įvykiu" Lietuvoje. Įvertintas kritikų ir kultūros istorikų, romanas skaitytojus pavergė autentišku, daugiasluoksniu, magišku ir įtraukiančiu pasakojimu apie XVII a. (1659-1667) atmosferą. 2009 m. "Silva rerum" tapo lietuviška Metų knyga 2010 m. kritikų oficialiai įvardinta viena iš dešimties įsimintiniausių dešimtmečio knygų 2008 m. Jurgos Ivanauskaitės premija 2009 m. Lietuvių literatūros instituto Kūrybiškiausių knygų dvyliktuke 2011 m. "Baltos lankos" išleido "Silva rerum II", nekantriai lauktą, septynių laidų sulaukusį tęsinį apie 1707-1710 Didijį Marą, tapusį perkamiausia knyga Nr. 1. 2011 m. Kristina Sabaliauskaitė Vilniaus miesto apdovanota "Šv. Kristoforu" "Už Vilniaus atspindžius literatūroje" 2011 m. "Silva rerum II" tapo lietuviška Metų knyga

Stefan Hertmans
Stefan Hertmans
Author · 19 books

Stefan Hertmans is a Flemish Belgian author, poet and essayist. He is the author of a literary and essayistic oeuvre - including poetry, novels, essays, plays, short stories. His poetry has been translated into various languages and he has taught at the Ghent Secondary Art Institute and the Royal Academy of Fine Arts in Ghent. He has given lectures at the Sorbonne University, the universities of Vienna, Berlin and Mexico City, the Library of Congress in Washington D.C. and University College London. His work has been published in The literary Review (Madison) The Review of contemporary fiction (Illinois) and Grand Street (New York). He was awarded the ECI Literatuurprijs and the Golden Book Owl Audience Award for War and Turpentine, a novel based on his grandfather's notebooks recollecting his time before, during and after the First World War. ——————————————————————————— Stefan Hertmans is een Belgisch schrijver, dichter en essayist. Hij is auteur van een literair en essayistisch oeuvre (poëzie, roman, essay, theatertekst, kortverhaal) dat hem in binnen- en buitenland bekend maakt. Zijn gedichten en verhalen verschenen in het Frans, Spaans, Italiaans, Roemeens, Kroatisch, Duits, Bulgaars. Hertmans doceerde aan het Stedelijk Secundair Kunstinstituut Gent en de Koninklijke Academie voor Schone kunsten (KASK, Hogeschool Gent) en leidde er het Studium Generale tot oktober 2010. Hij gaf lezingen aan de Sorbonne, de universiteiten van Wenen, Berlijn en Mexico City, Library of Congress (Washington), University College London. Zijn werk verscheen onder meer in The literary Review (Madison) The Review of contemporary fiction (Illinois) en Grand Street (New York). Hertmans werkte mee aan tijdschriften zoals Raster, De Revisor, Het Moment, NWT, Yang, Dietsche Warande & Belfort, Poëziekrant en Parmentier. Van 1993 tot 1996 was hij redacteur van het Nederlandse tijdschrift De Gids, hij recenseerde voor De Morgen en schreef de boekenbijlage van De Standaard. In Nederland publiceerde hij in Trouw. In 2017 werd hij Commandeur in de Kroonorde. Stefan Hertmans is een Vlaams schrijver, dichter en essayist. Stefan Hertmans in de Nederlandstalige Wikipedia Stefan Hertmans in de Digitale Bibliotheek voor de Nederlandse Letteren Stefan Hertmans bij "Schrijversgewijs" Stefan Hertmans is a Flemish writer, poet and essayist. Stefan Hertmans in the English Wikipedia

Kerstin Forsberg
Kerstin Forsberg
Author · 1 books
Kerstin Forsberg is Peruvian marine scientist, an internationally-recognized conservation leader and social entrepreneur. She is the founder and director of Planeta Océano, an organization empowering coastal communities in marine conservation. As a social entrepreneur and biologist with 10 years in conservation, has designed and developed dozens of environmental initiatives across Peru, including research, education and sustainable development efforts. These include building participatory platforms such as the Marine Educator’s Network of Peru, fostering community-based eco-tourism, researching shark and ray fisheries, and promoting policies for threatened species. Has served as a consultant for the intergovernmental, governmental, and private sectors, including UNESCO and the Intergovernmental Oceanographic Commission. As a public speaker, has presented in over 16 countries, including venues such as the Royal Geographical Society, World Economic Forum and in the context of the Ibero-American Summit. Key Partner Network member of UNESCO’s Global Action Programme on Education for Sustainable Development. Has been recognized as one of the “50 World's Greatest Leaders” by Fortune and a “Next Generation Leader” by TIME, a top “30 under 30 Social Entrepreneur” by Forbes and one of the “10 leading social entrepreneurs in Latin America” by Univisión. Rolex Award for Enterprise Laureate, an Ashoka Fellow, Kinship Fellow and a NEAq Marine Conservation Action Fund Fellow.
Erlend Loe
Erlend Loe
Author · 30 books

Erlend Loe is a Norwegian novelist. He worked at a psychiatric clinic, and was later a freelance journalist for Norwegian newspaper Adresseavisen. Loe now lives and works in Oslo where in 1998 he co-founded Screenwriters Oslo - an office community for screenwriters. In 1993 he debuted with the book Tatt av kvinnen, and a year later published a children's book, Fisken, about a forklift operator named Kurt. Loe has a distinctive style of writing which is often likened to naïve art. He often uses irony, exaggeration and humor.

Abubakar Adam Ibrahim
Abubakar Adam Ibrahim
Author · 7 books

Abubakar Adam Ibrahim (born 1979) is a Nigerian creative writer and journalist. His debut short-story collection The Whispering Trees was longlisted for the inaugural Etisalat Prize for Literature in 2014, with the title story shortlisted for the Caine Prize for African Writing. Ibrahim has won the BBC African Performance Prize and the ANA Plateau/Amatu Braide Prize for Prose. He is a Gabriel Garcia Marquez Fellow (2013), a Civitella Ranieri Fellow (2015). In 2014 he was selected for the Africa39 list of writers aged under 40 with potential and talent to define future trends in African literature, and was included in the anthology Africa39: New Writing from Africa South of the Sahara (ed. Ellah Allfrey). He was a mentor on the 2013 Writivism programme and judged the Writivism Short Story Prize in 2014. He was chair of judges for the 2016 Etisalat Flash Fiction Prize. His first novel, Season of Crimson Blossoms, was published in 2015 by Parrésia Publishers in Nigeria and by Cassava Republic Press in the UK (2016). Season of Crimson Blossoms was shortlisted in September 2016 for the Nigeria Prize for Literature, Africa's largest literary prize.[14] It was announced on 12 October 2016 that Ibrahim was the winner of the $100,000 prize. Ibrahim was the recipient of the 2016 Goethe-Institut & Sylt Foundation African Writer's Residency Award.

Rachel Howard
Author · 1 books
Rachel Howard's debut novel, The Risk of Us, will be published by Houghton Mifflin Harcourt April 2019. She is also the author of a memoir, The Lost Night, and her fiction and nonfiction have appeared in ZYZZYVA, the Los Angeles Review of Books, Gulf Coast, the New Yorker online, and the New York Times. She lives in Nevada City, California.
Giovanni Soldini
Giovanni Soldini
Author · 1 books

Giovanni Soldini è un velista italiano, divenuto famoso soprattutto per le sue navigazioni solitarie. A 16 anni compie per la prima volta nella sua vita la traversata dell'Atlantico. Nel 1989 vince la A.R.C.(Atlantic Rally for Cruisers), ovvero la regata transatlantica per imbarcazioni da crociera. Diventa famoso, come navigatore solitario, durante La Baule-Dakar del 1991. Per molti è lui il miglior navigatore solitario di tutti i tempi ed ha avuto il merito di far conoscere e avvicinare allo sport della barca a vela, centinaia di persone che hanno scoperto la passione per il mare e per la vela grazie alle sue imprese negli oceani sparsi per il mondo. È l'alba del 3 marzo 1999 a Punta del Este, nonostante l'ora, centinaia di persone in attesa, fra cui moltissimi giornalisti, fotografi e operatori televisivi, affollano i moli. Alle 5:55 ora locale (9:55 in Italia) FILA, il 60 piedi condotto da Giovanni Soldini, taglia vittoriosamente il traguardo della terza tappa dell'edizione 1998-99 della Around Alone, il giro del mondo a vela per navigatori solitari. Si conclude così felicemente un'impresa eroica la cui valenza sportiva, pur importante, è passata in secondo piano sopraffatta largamente dalla grande dimostrazione di coraggio del navigatore milanese protagonista del salvataggio di Isabelle Autissier, rovesciatasi in pieno Pacifico meridionale e lontana da qualsiasi possibile intervento di salvataggio per via delle condizioni meteorologiche. Se è vero, infatti, che Isabelle è una sua grande amica sicuramente Giovanni non avrebbe comunque esitato ad accorrere in soccorso di chiunque si fosse trovato in pericolo come nel caso di Marc Thiercelin, il più diretto rivale del navigatore italiano alla vittoria finale. Questi ha infatti disalberato in Atlantico subito dopo aver doppiato Capo Horn, ma ha rifiutato l'aiuto prontamente offerto da Soldini nonostante il francese solo pochi giorni prima, avesse addirittura chiesto la squalifica dell'italiano per il non essere più un navigatore solitario dopo il salvataggio di Isabelle. http://it.wikipedia.org/wiki/Giovanni...

Irena Brežná
Irena Brežná
Author · 5 books

Irena Brežná, born in 1950 in Bratislava. In 1968, she emigrated to Switzerland with her parents. Since graduating from the Faculty of Arts at Basel University (lic. phil. in Slavonic studies, philosophy and psychology) in 1975, she has worked as a teacher of Russian, a translator and interpreter of Slavonic languages and for 10 years as a psychologist at psychology research institutes in Munich and Basel. More recently, she has begun to work increasingly as an independent journalist and author. She continues to be actively involved in a variety of areas on a voluntary basis. For 12 years during the 1970s and 1980s she campaigned for the release of Soviet political prisoners in her role as a coordinator for the Swiss chapter of Amnesty international. She has helped those who opposed the regimes in Central and Eastern Europe (inter alia the Moscow Centre for Prison Reform) and she assisted in establishing the first Slovak feminist magazine Aspekt in Bratislava. Her other work includes fundraising for Chechen women’s projects, and collecting works of world literature for a library in Mamou, Guinea in West Africa, as well as text books for local schools. During The First Chechen war (1994-96) and during a short period of independence there (1996-98), she visited the destroyed country several times and since then has reported in more than 80 texts on the atrocities committed in the conflict and about the freedom fight of Chechen female human rights activists.

Marcello Flores
Marcello Flores
Author · 2 books

Marcello Flores D'Arcais (Padova, 1945) è uno storico italiano. Autore di apprezzate pubblicazioni, si è occupato principalmente della storia del comunismo, del XX secolo, del genocidio degli Armeni durante la Prima Guerra Mondiale, dei diritti umani e delle vittime di guerre.

Ebba D. Drolshagen
Author · 2 books

German translator and publicist. Her main topics are Norway and its military occupation by Germany during the second world war. She was born in Büdingen as a daughter of a Norwegian doctor and a German woman.

Giacomo Papi
Giacomo Papi
Author · 6 books
Giacomo Papi was born in Milan in 1968.
Luciano Amaral
Luciano Amaral
Author · 2 books

LUCIANO AMARAL nasceu no Porto, a 16 de Maio de 1965. É licenciado em História (1988) e mestre em História dos Séculos XIX e XX (1993), pela Faculdade de Ciências Sociais e Humanas da Universidade Nova de Lisboa, com a tese O País dos Caminhos que se Bifurcam: Política Agrária e Evolução da Agricultura Portuguesa durante o Estado Novo (1930-1954) e doutorado pelo Instituto Universitário Europeu de Florença (2003), com a tese How a Country Catches-Up: Economic Growth in Portugal in the Postwar Period (1950-1973). Presentemente, é Professor Auxiliar da Faculdade de Economia da Universidade Nova de Lisboa desde 2003, tendo sido Visiting Student da London School of Economics (1997) e Investigador do Instituto Universitário Europeu de Florença entre 1995 e 2003. Foi, entre 2017 e 2021, presidente da Associação Portuguesa de História Económica e Social.

Zulfu Livaneli
Zulfu Livaneli
Author · 25 books

Müzisyen, Yazar, Yönetmen, Politikacı. (in English see O.Z. Livaneli) Tam adı Ömer Zülfü Livaneli’dir. 1946 yılında Konya-Ilgın’da doğan Livaneli, yazarlık kimliğinin yanında saygın bir müzisyendir. Müziği ile birçok ulusal ve uluslararası ödül almış ve eserleri John Baez, Maria Farandouri gibi sanatçılar tarafından yorumlanmıştır. Kültür, sanat ve politika alanında Türkiye’nin önemli isimlerinden birisi olan sanatçı, sanat yaşamı boyunca 300’e yakın besteye ve 30 film müziğine imzasını attı. Bugüne kadar üç uzun metrajlı film yönetti; "Yer Demir Gök Bakır", "Sis" ve "Şahmeran". Valencia Film Festivali'nde "Altın Palmiye" ve 1989'da Montpelier Film Festivali'nde "Altın Antigone" ödülüne layık görüldü. "Sis", "En iyi Avrupa Film Ödülü"ne aday gösterildi. Sanatçının filmleri Türkiye, ABD, Fransa, Almanya, İsviçre, ve Japonya'da gösterime girdi ve BBC, WDR, İspanya, Kanada ve Japon televizyonları gibi bir çok televizyon şirketine satıldı. Ekim 1986'da Cengiz Aytmatov'un daveti üzerine Federico Major, Yaşar Kemal, Arthur Miller ve diğer ünlü sanatçı ve düşünürlerin katıldığı Kırgızistan ve daha sonra Wengen, Granada ve Mexico City'de toplanan Issyk - Kul Forumu'nda yer aldı. Livaneli, Elia Kazan, Jack Lang, Vanessa Redgrave, Arthur Miller, Mikhail Gorbaçov gibi ünlü kişilerle birlikte dünya kültürünün ilerlemesi ve dünya sanatlarının gelişmesine katkıda bulunmak üzere çalışmalarda bulundu. 1996 yılında Paris’te merkezi bulunan UNESCO (Birleşmiş Milletlerin Eğitim Kültür Bilim Kurulu) tarafından büyükelçilik verilen sanatçı Livaneli, orjinali ilk kez 1978’de çıkan "Nazım Türküsü"adlı albümde Nazım Hikmet'in şiirlerinden bestelediği şarkıları bir araya getirdi. Sabah Gazetesi'nde köşe yazarlığına yaptı. Bir dönem CHP'den Milletvekili olarak aktif siyaset hayatına da katıldı.

Jon Kalman Stefansson
Jon Kalman Stefansson
Author · 18 books

Jón moved to Keflavík when he was 12 and returned to Reykjavík in 1986 with his highschool diploma. From 1975 – 1982 he spent a good deal of his time in West Iceland, where he did various jobs: worked in a slaughterhouse, in the fishing industry, doing masonry and for one summer as a police officer at Keflavík International Airport. Jón Kalman studied literature at the University of Iceland from 1986 until 1991 but did not finish his degree. He taught literature at two highschools for a period of time and wrote articles and criticism for Morgunblaðið newspaper for a number of years. Jón lived in Copenhagen from 1992 – 1995, reading, washing floors and counting buses. He worked as a librarian at the Mosfellsbær Library near Reykjavík until the year 2000. Since then he has been a full time writer. His first published work, the poetry collection, Með byssuleyfi á eilífðina, came out in 1988. He has published two other collections of poetry and a number of novels. His novel Sumarljós, og svo kemur nóttin (Summer Light, and Then Comes the Night) won The Icelandic Literature Prize in 2005. Three of his books have also been nominated for The Nordic Council's Literature Prize. He was the recipient of the Per Olov Enquists Prize for 2011, awarded at the book fair in Gautaborg in September 2011.

Miqui Otero
Miqui Otero
Author · 6 books
Miqui Otero (Barcelona, 1980) debutó en 2010 con la aplau­dida novela Hilo musical (Alpha Decay), premio Nuevo Talento FNAC, y dos años después llegó La cápsula del tiempo (Blackie Books), que tras ser elegido libro del año en Rockdelux y entrar en la lista de los diez mejores de cabeceras como ABC, en su ter­cera edición lleva vendidos más de 10.000 ejemplares. Colabora habitualmente en medios como El País y Cultura/s La Vanguardia, y es profesor de periodismo y literatura en la UAB. También ha participado en libros colectivos de ensayo como Una risa nueva (Nausicaa, 2010) y CT o la cultura de la transición (Ran­dom House Mondadori, 2012), entre otros, y en antologías de narrativa como Última temporada (Lengua de trapo, 2013), que engloba a la nueva generación de autores españoles. Con Rayos se consolidó como una de las voces más sobresalientes e imagi­nativas del panorama literario español. Ahora, con Simón, lo­gra su novela más ambiciosa, más tierna y reinvindicativa.
Lauren Groff
Lauren Groff
Author · 18 books

Lauren Groff was born in Cooperstown, N.Y. and grew up one block from the Baseball Hall of Fame. She graduated from Amherst College and has an MFA in fiction from the University of Wisconsin-Madison. Her short stories have appeared or are forthcoming in a number of journals, including The Atlantic Monthly, Ploughshares, Glimmer Train, Hobart, and Five Points as well as in the anthologies Best American Short Stories 2007, Pushcart Prize XXXII, and Best New American Voices 2008. She was awarded the Axton Fellowship in Fiction at the University of Louisville, and has had residencies and fellowships at Yaddo and the Vermont Studio Center. She lives in Gainesville, Florida, with her husband, Clay, and her dog, Cooper.

Marco Missiroli
Author · 8 books

Vive a Rimini fino alla maturità scientifica, trasferendosi successivamente a Bologna per iscriversi al corso in Scienze della comunicazione dell'Alma Mater Studiorum. Nel 2002, segue i corsi della Scuola Holden a Cesena esperienza conclusa non in modo positivo. Si laurea nel 2005 con la tesi L'oggetto culturale nell'industria italiana. Il caso del Signor M. ovvero i criteri di pubblicazione di un libro. Il suo romanzo d'esordio, Senza coda (Fanucci, 2005), ha ricevuto nel 2006 il Premio Campiello Opera prima; si tratta di un'opera che racconta "di un'infanzia che si misura angosciosamente con il mondo adulto, con le sue sopraffazioni e violenze, varcando la linea d'ombra che conduce ad una pensosa maturità". Il 22 marzo 2007 pubblica con Guanda il romanzo Il buio addosso (premio Insula romana 2008). Il 12 febbraio 2009 viene messo in commercio il terzo romanzo, Bianco (Guanda), che vince la XXVIII edizione del Premio Comisso, il Premio Tondelli 2009 e il premio della critica Ninfa-Camarina 2010. Il 23 febbraio 2012 viene pubblicato il romanzo Il senso dell'elefante (Guanda), che vince il Premio Campiello Giuria dei Letterati 2012, il premio Vigevano - Lucio Mastrolonardi, il premio Bergamo. È tradotto in Germania, Francia, Spagna, Stati Uniti, UK, Canada, Svezia. Nel febbraio 2015 esce per Feltrinelli il romanzo Atti osceni in luogo privato. Vive a Milano, dove lavora come caporedattore di una rivista di psicologia. Scrive per la cultura del Corriere della Sera.

Christos Ikonomou
Christos Ikonomou
Author · 4 books
CHRISTOS IKONOMOU was born in Athens in 1970. He has published three collections of short stories, The Woman on the Rails (2003), Something Will Happen, You'll See (2010), and All Good Things Will Come From The Sea (2014). Something Will Happen, You'll See won Greece’s prestigious Best Short-Story Collection State Award and became the most reviewed Greek book of 2011. His work has been translated into six languages.
Lisa Margonelli
Author · 3 books
Lisa Margonelli is the author of the national bestseller Oil on the Brain: Petroleum’s Long, Strange Trip to Your Tank and writes the Small Science column for Zócalo Public Square, where she is a senior editor. From 2006 to 2012, she was a fellow at the New America Foundation. She has written for The Atlantic, Wired, Scientific American, The New York Times, and other publications. She lives in Maine.
Guadalupe Nettel
Guadalupe Nettel
Author · 8 books

Guadalupe Nettel (born 1973) is a Mexican writer. She was born in Mexico City and obtained a PhD in linguistics from the École des Hautes Études en Sciences Sociales in Paris. She has published in several genres, both fiction and non-fiction. Nettel is a prolific author and a regular contributor to both Spanish- and French-language magazines, including Letras Libres, Hoja por hoja, L'atelier du roman, and L'inconvénient. In 2006 she was voted one of thirty-nine most important Latin American writers under the age of thirty-nine at the Bogotá Hay Festival. She has lived in Montreal and Paris, and is now based in Barcelona, where she works as a translator and holds writing seminars and a workshop on Potential Literature (based on the French Oulipo). She is the author of Juegos de artificio [False Games], Les jours fossiles [Fossil Days], Pétalos y otras historias incómodas [Petals and other Awkward Stories], and El huésped [The Host], and the recipient of the Premio Herralde, third place, for El huésped, and the 2008 Premio Antonin Artaud and the 2007 Gilbert Owen Short Story Prize in Mexico for Pétalos. Guadalupe Nettel’s stories have been described as “marvellous” by the distinguished Colombian author Juan Gabriel Vázquez, and the critic Juan Ignacio Boido has praised Nettel’s creation of “a universe where Roberto Bolaño’s visceral poets rub shoulders with the fragile but unbreakable women of Haruki Murakami.”

Paolo Giordano
Paolo Giordano
Author · 9 books

Librarian Note: There is more than one author in the GoodReads database with this name. Paolo Giordano is a professional physicist and is currently working on a doctorate in particle physics. The Solitude of Prime Numbers, his first novel, took Italy by storm where it has sold over a million copies. It is being translated into twenty languages and has sold all over the world.

Juan Villoro
Juan Villoro
Author · 44 books
Juan Villoro is Mexico's preeminent novelist. Born in Mexico City in 1956, he is the author of half a dozen prize-winning novels and is also a journalist. In 2004, he received the Herralde Prizefor his novel El testigo (The Witness).
Leonardo Bianchi
Leonardo Bianchi
Author · 3 books

Leonardo Bianchi (1986) è laureato in Giurisprudenza all’Università Alma Mater Studiorum di Bologna. Giornalista e blogger, è news editor di VICE Italia. Collabora (o ha collaborato) con Valigia Blu, Internazionale e altre testate. Dal 2008 scrive di politica, attualità e cultura anche sul suo blog satirico La Privata Repubblica. Ha pubblicato La Gente. Viaggio nell'Italia del risentimento (Minimum Fax, 2017).

Carmen Boullosa
Carmen Boullosa
Author · 16 books

Carmen Boullosa (b. September 4, 1954 in Mexico City, Mexico) is a leading Mexican poet, novelist and playwright. Her work is eclectic and difficult to categorize, but it generally focuses on the issues of feminism and gender roles within a Latin American context. Her work has been praised by a number of prominent writers, including Carlos Fuentes, Alma Guillermoprieto and Elena Poniatowska, as well as publications such as Publishers Weekly. She has won a number of awards for her works, and has taught at universities such as Georgetown University, Columbia University and New York University (NYU), as well as at universities in nearly a dozen other countries. She is currently Distinguished Lecturer at the City College of New York. She has two children—Maria Aura and Juan Aura—with her former partner, Alejandro Aura—and is now married to Mike Wallace, the Pulitzer Prize–winning co-author of Gotham: A History of New York City to 1898. (from Wikipedia)

Najat El Hachmi
Najat El Hachmi
Author · 8 books

At the age of 8, Najat El Hachmi immigrated with her family to Catalonia, Spain. She studied Arab literature at the University of Barcelona. She began writing when she was twelve years old and has continued ever since, first as entertainment, and later as a means to express concerns or to reflect and re-create her own reality, in the (at least) two cultures to which she belongs. Her first book, Jo també sóc catalana (I am also Catalan, 2004), was strictly autobiographical, dealing with the issue of identity, and the growth of her sense of belonging to her new country. In 2008, she won one of the most prestigious award in Catalan letters, the Ramon Llull prize, for her novel L'últim patriarca (The Last Patriarch).

Janis Jonovs
Janis Jonovs
Author · 4 books

Jānis Joņevs (1980) is a prose writer. His first novel Jelgava '94 immediately became a cult book among readers. During the TV show Great Reading the novel was chosen among the 100 most favourite Latvian books of all times. It was also praised among critics and received numerous awards. The novel is set in Jelgava town in 1994 and focuses on youngsters who are driven to heavy metal music. Sharing this taste of music and subculture they explore the life through the eyes of their youth. It is a book of a whole generation which experienced their youth in the nineties when Latvia had just regained independence. This novel has been adapted for the theatre performance by Jelgava New Theatre, and currently is being shot as a film. It has been translated into French by Gaїa Editions in 2016 under the title Metal. The translation rights of the novel have been sold to Norway, Bulgaria, Turkey, Poland, and Slovenia. Jānis Joņevs also writes short stories, especially for children. In 2014 publishing house Liels un mazs published his book for the smallest Slepenie svētki/ Secret Celebration. Joņevs translates from French – A. Kristoff's The Notebook, and B. M. Kolté's In the Solitude of Cotton Fields. Jānis Joņevs together with Mārcis Lācis have written a play for the black comedy theatre performance Bārdas/The Beards staged at Dirty Deal Teatro in Riga in 2015, and the play Rīga. Urbānie mīti/ Riga. Urban Myths staged at the New Riga Theatre in 2016. Also he together with publicist Anete Konste have written a stories for the theatre performance Zvērīgā mīla/ Beastly Love staged at Dirty Deal Tearo in 2017.

Yásnaya Elena Aguilar Gil
Yásnaya Elena Aguilar Gil
Author · 5 books
Yásnaya Elena Aguilar Gil es lingüista, escritora, traductora, activista de derechos lingüísticos e investigadora mexicana. Sus lenguas de trabajo son ayuujk (mixe), español e inglés. Ha realizado proyectos que atienden a las necesidades de los hablantes cuya lengua corre el riesgo de desaparecer.
Paolo Macry
Paolo Macry
Author · 2 books
Paolo Macry è professore emerito di Storia contemporanea all'Università di Napoli e, dal 2018, collaboratore de Il Mattino. Tra le sue opere, "Unità a Mezzogiorno. Come l'Italia ha messo assieme i pezzi", "Quando crolla lo Stato. Studi sull'Italia preunitaria".
Halldor Laxness
Halldor Laxness
Author · 18 books
Born Halldór Guðjónsson, he adopted the surname Laxness in honour of Laxnes in Mosfellssveit where he grew up, his family having moved from Reyjavík in 1905. He published his first novel at the age of only 17, the beginning of a long literary career of more than 60 books, including novels, short stories, poetry, and plays. Confirmed a Catholic in 1923, he later moved away from religion and for a long time was sympathetic to Communist politics, which is evident in his novels World Light and Independent People. In 1955 he was awarded the Nobel Prize for Literature.
Arundhati Roy
Arundhati Roy
Author · 29 books

Arundhati Roy is an Indian writer who is also an activist who focuses on issues related to social justice and economic inequality. She won the Booker Prize in 1997 for her novel, The God of Small Things, and has also written two screenplays and several collections of essays. For her work as an activist she received the Cultural Freedom Prize awarded by the Lannan Foundation in 2002.

Frank Westerman
Frank Westerman
Author · 15 books

Frank Westerman (Emmen, 1964) groeide op in Assen en studeerde Tropische Cultuurtechniek aan de Landbouwuniversiteit Wageningen. In 1987 woonde hij een jaar in de Andes van Peru, waar hij de irrigatiemethoden van Aymara-indianen onderzocht. Frank studeerde cum laude af en mag Ir. voor zijn naam zetten. Zijn allereerste journalistieke reportages schreef Frank toen hij nog studeerde. Zo versloeg hij voor Het Parool de poging van Mario Vargas Llosa om president van Peru te worden en de Amerikaanse anti-drugscampagne om de teelt van coca uit te roeien in de Chapare-regio van Bolivia. Voor het VPRO-programma Het Gebouw maakte Frank twee radio-documentaires van driekwartier. De eerste in april 1992 vanuit de 'dodenvallei' van Noordwest-Kameroen - meer hierover bij Stikvallei - en de tweede in de herfst van 1993 vanuit het volledig platgebombardeerde stadje Vukovar aan de Donau. Omdat Frank zich uitsluitend wilde toeleggen op het schrijven ging hij na zijn flirt met de radio door met de geschreven journalistiek. Voor het tijdschrift Atlas schreef hij in 1993 het dertig-pagina's tellende verhaal 'Het goede meer': zijn debuut bij een literaire uitgeverij.

Toine Heijmans
Toine Heijmans
Author · 4 books

Toine Heijmans (1969, Nijmegen) is columnist bij De Volkskrant, en schrijver van een aantal non-fictie boeken en romans. Hij woont met zijn gezin in Amsterdam. In alles een generalist schrijft hij over een brede waaier aan onderwerpen. Zijn veelgelezen tweewekelijkse columns maken samen een portret van Nederland, terwijl zijn boeken over de zee gaan, over dementie, over bergbeklimmen of migratie. Daarnaast schreef hij scenario’s voor de televisieserie De Fractie. Zijn werk krijgt veel waardering. Als eerste Nederlandse schrijver werd hem in Frankrijk de Prix Médicis Etranger toegekend, een van de prestigieuze Franse literatuurprijzen; vervolgens werd hem het ridderschap verleend in de orde van de Kunsten en de Letteren. Daarnaast won hij enkele journalistieke prijzen. (Source: https://toineheijmans.nl/)

Adam Shatz
Adam Shatz
Author · 3 books
Adam Shatz is the US editor of The London Review of Books and a contributor to The New York Times Magazine, The New York Review of Books, The New Yorker, and other publications. He is also the host of the podcast “Myself with Others,” produced by the pianist Richard Sears. Adam has been a visiting professor at Bard College and New York University and a fellow at the Dorothy and Lewis B. Cullman Center for Writers and Scholars. Raised in Massachusetts, he studied history at Columbia University and has lived in New York City since 1990.
Anna Pacheco
Anna Pacheco
Author · 5 books
Es periodista y escritora especializada en temas sociales, trabajo, feminismos y cultura popular con perspectiva de clase y género. Máster en Antropología Social, es autora de la novela Listas, guapas, limpias y coautora del podcast Ciberlocutorio. Ha colaborado en medios como El País, El Salto, El Diario y Planta baixa (TV3), entre otros.
Valeria Luiselli
Valeria Luiselli
Author · 12 books
Valeria Luiselli was born in Mexico City in 1983 and grew up in South Africa. Her novels and essays have been translated into many languages and her work has appeared in publications including the New York Times, Granta, and McSweeney’s. Some of her recent projects include a ballet libretto for the choreographer Christopher Wheeldon, performed by the New York City Ballet in Lincoln Center in 2010; a pedestrian sound installation for the Serpentine Gallery in London; and a novella in installments for workers in a juice factory in Mexico. She lives in New York City.
Andri Snaer Magnason
Andri Snaer Magnason
Author · 11 books

Andri Snær Magnason is an Icelandic writer, born in Reykjavik on July 14, 1973. An award winning author published in 40 languages. His most recent book is On Time and Water - a book seeking to explore the issue of time and climate change through language, mythology and memoir. Andri has written novels, poetry, plays, short stories, essays and he has directed documentary films. His novel LoveStar was chosen as “Novel of the year” by Icelandic booksellers, it received the DV Literary Award, The Philip K. Dick special citation Award of 2013 and won the french Grand Prix de l'Imaginaire as best foreign Sci-Fi in France 2016. His children’s book, The Story of the Blue Planet, was the first children’s book to receive the Icelandic Literary Prize and has been published or performed in 35 countries. His first book of poetry was a runaway best seller published by the Bonus supermarket chain in Iceland. The Story of the Blue Planet received the Janusz Korczak Honorary Award 2000 and the West Nordic Children’s Book Prize 2002 and the Green Earth Honor Award 2013 and the UKLA Award 2014. The play from the story was performed on the main stage of YPT in Toronto in 2005 and 2013. He has been active in the fight for preserving the delicate nature of Iceland, his book Dreamland: A Self-Help Manual for a Frightened Nation takes on these issues. Dreamland has been made into a feature-length documentary film. Andri Magnason is the winner of the Kairos Award of 2010 granted by the Alfred Toepfer institute in Hamburg. His most recent documentary films are The Hero's Journey to the Third Pole - a bipolar musical documentary with elephants and Apausalypse, available on the website of Emergence Magazine. Andri Snær Magnason lives in Reykjavík. He is married with four children. His work has been published to more than 40 languages.

Enrique Vila-Matas
Enrique Vila-Matas
Author · 37 books
Enrique Vila-Matas is a Spanish author. He has written several award-winning books that mix genres and have been translated into more than thirty languages. He is a founding Knight of the Order of Finnegans, a group which meets in Dublin every year to honour James Joyce. He lives in Barcelona.
Elisabeth Asbrink
Elisabeth Asbrink
Author · 7 books
Elisabeth Katherine Åsbrink is a Swedish author and journalist.
Simon Winchester
Simon Winchester
Author · 30 books

Simon Winchester, OBE, is a British writer, journalist and broadcaster who resides in the United States. Through his career at The Guardian, Winchester covered numerous significant events including Bloody Sunday and the Watergate Scandal. As an author, Simon Winchester has written or contributed to over a dozen nonfiction books and authored one novel, and his articles appear in several travel publications including Condé Nast Traveler, Smithsonian Magazine, and National Geographic. In 1969, Winchester joined The Guardian, first as regional correspondent based in Newcastle upon Tyne, but was later assigned to be the Northern Ireland Correspondent. Winchester's time in Northern Ireland placed him around several events of The Troubles, including the events of Bloody Sunday and the Belfast Hour of Terror. After leaving Northern Ireland in 1972, Winchester was briefly assigned to Calcutta before becoming The Guardian's American correspondent in Washington, D.C., where Winchester covered news ranging from the end of Richard Nixon's administration to the start of Jimmy Carter's presidency. In 1982, while working as the Chief Foreign Feature Writer for The Sunday Times, Winchester was on location for the invasion of the Falklands Islands by Argentine forces. Suspected of being a spy, Winchester was held as a prisoner in Tierra del Fuego for three months. Winchester's first book, In Holy Terror, was published by Faber and Faber in 1975. The book drew heavily on his first-hand experiences during the turmoils in Ulster. In 1976, Winchester published his second book, American Heartbeat, which dealt with his personal travels through the American heartland. Winchester's third book, Prison Diary, was a recounting of his imprisonment at Tierra del Fuego during the Falklands War and, as noted by Dr Jules Smith, is responsible for his rise to prominence in the United Kingdom. Throughout the 1980s and most of the 1990s, Winchester produced several travel books, most of which dealt with Asian and Pacific locations including Korea, Hong Kong, and the Yangtze River. Winchester's first truly successful book was The Professor and the Madman (1998), published by Penguin UK as The Surgeon of Crowthorne. Telling the story of the creation of the Oxford English Dictionary, the book was a New York Times Best Seller, and Mel Gibson optioned the rights to a film version, likely to be directed by John Boorman. Though Winchester still writes travel books, he has repeated the narrative non-fiction form he used in The Professor and the Madman several times, many of which ended in books placed on best sellers lists. His 2001 book, The Map that Changed the World, focused on geologist William Smith and was Whichester's second New York Times best seller. The year 2003 saw Winchester release another book on the creation of the Oxford English Dictionary, The Meaning of Everything, as well as the best-selling Krakatoa: The Day the World Exploded. Winchester followed Krakatoa's volcano with San Francisco's 1906 earthquake in A Crack in the Edge of the World. The Man Who Loved China (2008) retells the life of eccentric Cambridge scholar Joseph Needham, who helped to expose China to the western world. Winchester's latest book, The Alice Behind Wonderland, was released March 11, 2011.

  • source Wikipedia
Mirza Waheed
Mirza Waheed
Author · 4 books

Mirza Waheed was born and brought up in Kashmir. His debut novel, The Collaborator, was an international bestseller, a finalist for the Guardian First Book Award and the Shakti Bhat Prize, and was longlisted for the Desmond Elliott Prize. In 2011, Waterstones selected it as part of its big literary debut promotion, ‘Waterstones 11’. It was also a book of the year for The Telegraph, New Statesman, Financial Times, Business Standard, and Telegraph India, among others. His second novel, The Book of Gold Leaves, was published in 2014 to critical acclaim. The Book of Gold Leaves was shortlisted for the DSC Prize for South Asian Literature 2016, longlisted for the Folio Prize, and was a finalist for the 2015 Tata Literature Live! Book of the Year (Fiction). Mirza has written for the BBC, the Guardian, Granta, Guernica, Scroll India, Caravan Magazine, Wriers Mosaic, Al Jazeera English, and The New York Times. Waheed’s latest novel Tell Her Everything was nominated for the DSC Prize for South Asian Literature 2019 and Tata Literature Live Book of the Year. It won the Hindu Prize for Fiction 2019. Tell Her Everything was published by Melville House in the US and the UK in February 2023.

A. Igoni Barrett
A. Igoni Barrett
Author · 3 books

Adrian Igoni Barrett was a winner of the BBC World Service short story competition for 2005. His first book, a collection of short stories entitled From Caves of Rotten Teeth, was first published in 2005 and reissued in 2008. In 2014 he was named on the Africa39 list of writers aged under 40 with potential and talent to define future trends in African literature. His father is the Jamaican poet and novelist Lindsay Barrett.

Ricardo J. Rodrigues
Author · 2 books
Ricardo J. Rodrigues nasceu em 1976 e é jornalista há 15 anos. Escreve na Notícias Magazine e ensina jornalismo na Universidade Lusófona, em Lisboa. Esteve na equipa fundadora da revista Focus e colabora com vários jornais e revistas, dentro e fora de Portugal. Entrevistou o Dalai Lama e o líder de um gangue de traficantes de armas, o presidente do Brasil e o coveiro de um cemitério iraquiano. As suas histórias são normalmente sobre direitos humanos, minorias e tudo o que cheira a contracultura – e já foram reconhecidas com prémios de jornalismo da União Europeia e da Unesco, entre outros. Estudou no Committee of Concerned Journalists, em Washington DC, e na Universidade Nova de Lisboa. Malditos é o seu terceiro livro de reportagem.
Gabi Martínez
Gabi Martínez
Author · 6 books

Su último trabajo publicado es En la Barrera (Altaïr, 2012), sobre la Gran Barrera de Coral australiana. Es también autor de Sólo para gigantes (Edit. Alfaguara, 2011), Només per a gegants (Ámsterdam, 2011), que será adaptada al cómic a finales de noviembre de 2012 y al cine en fechas recientes. La obra Sudd, escogida por El Periódico y la revista Qué Leer entre las diez mejores novelas del año 2007. Antes de escribirla, recorrió el Nilo, desde las fuentes en el lago Victoria, hasta el delta de Alejandría. Sus anteriores novelas Hora de Times Square y Ático, fueron acogidas con excelentes críticas que han subrayado su carácter renovador. Ático fue seleccionada por la crítica de los Estados Unidos como una de las cinco obras más representativas de la vanguardia española de los últimos años en la antología que publicará Palgrave MacMillan. Como autor de libros de viajes, se le señala entre los más destacados impulsores del género. Con Diablo de Timanfaya levantó una gran polémica cultural y política. Su libro Una España inesperada le ha convertido en referente del nuevo periodismo literario en español. Su última obra publicada es Los mares de Wang, un viaje por la costa China que inaugura su proyecto Anfibia. Es coguionista de Ordinary Boys, una docuficción sobre el barrio de Tetuán de donde salieron cinco terroristas del 11 M.

Andrew Anthony
Author · 3 books
Andrew Anthony is a journalist who has written for The Guardian since 1990, and The Observer. He is also the author of On Penalties (2000) and The Fall-Out (2007).
Silvia Cosimini
Silvia Cosimini
Author · 1 books
Translator Icelandic to Italian.
Olivier Truc
Olivier Truc
Author · 5 books
Olivier Truc was born in France in 1964. He has worked as a journalist since 1986, and is based in Stockholm since 1994, where he is currently the Nordic and Baltic correspondent for Le Monde and Le Point. As a reporter, Olivier Truc covers subjects from politics and economics to social issues like immigration and minorities. He has also produced TV documentaries, including one that portrays a group of Norwegian policemen in Lapland ("The Reindeer Police," 2008). He has previously published two non-fiction books. Forty Days Without Shadow is his first novel, and will be published in the original French by Éditions Métailié in September 2012.
Max Lobe
Author · 4 books
Max Lobe is a Swiss-Cameroonian novelist, short story writer, and poet. In 2017, he received the Ahmadou Kourouma Prize for his novel Confidences about the Cameroon war of independence. He currently lives in Geneva where he founded GenevAfrica, an association that builds bridges between Swiss and African authors.
Graziano Graziani
Graziano Graziani
Author · 2 books
Graziano Graziani è nato a Roma. Oltre a essere uno dei conduttori di Fahrenheit (Radio 3), ha realizzato documentari e programmi per Rai 5. Collabora con «Lo Straniero», «Il Tascabile» e «Minima&Moralia». Scrive di teatro contemporaneo, come critico, o almeno ci prova. Ha pubblicato il romanzo Esperia (Gaffi, 2008), la Spoon River romanesca dei I sonetti der Corvaccio (La camera verde, 2011) e, per Quodlibet Compagnia Extra, l’Atlante delle micronazioni (2015) e Catalogo delle religioni nuovissime(2018).
Antonio Lobo Antunes
Antonio Lobo Antunes
Author · 41 books

At the age of seven, António Lobo Antunes decided to be a writer but when he was 16, his father sent him to medical school - he is a psychiatrist. During this time he never stopped writing. By the end of his education he had to join the Army, to take part in the war in Angola, from 1970 to 1973. It was there, in a military hospital, that he gained interest for the subjects of death and the other. The Angolan war for independence later became subject to many of his novels. He worked many months in Germany and Belgium. In 1979, Lobo Antunes published his first novel - Memória de Elefante (Elephant's Memory), where he told the story of his separation. Due to the success of his first novel, Lobo Antunes decided to devote his evenings to writing. He has been practicing psychiatry all the time, though, mainly at the outpatient's unit at the Hospital Miguel Bombarda of Lisbon. His style is considered to be very dense, heavily influenced by William Faulkner, James Joyce and Louis-Ferdinand Céline. He has an extensive work, translated into several languages. Among the many awards he has received so far, in 2007 he received the Camões Award, the most prestigious Portuguese literary award.

Tishani Doshi
Tishani Doshi
Author · 8 books

Tishani Doshi (born 1975) is an Indian poet, journalist and dancer based in Chennai. Born in Madras, India, to a Welsh mother and Gujarati father, she received an Eric Gregory Award in 2001. Her first poetry collection, Countries of the Body, won the 2006 Forward Poetry Prize for best first collection.[1] She has been invited to the poetry galas of the Guardian-sponsored Hay Festival of 2006 and the Cartagena Hay Festival of 2007. Her first novel, The Pleasure Seekers, was published by Bloomsbury in 2010 and was long-listed for the Orange Prize in 2011,[2] and shortlisted for The Hindu Best Fiction Award in 2010. She writes a blog titled "Hit or Miss" on Cricinfo,[3] a cricket-related website. In the blog which she started writing in April 2009, Tishani Doshi makes observations and commentaries as a television viewer of the second season of the Indian Premier League. She is also collaborating with cricketer Muttiah Muralitharan on his biography, to be published when he retires.[4] She works as a freelance writer and worked with choreographer Chandralekha until the latter's death in December 2006.[5] She graduated with a Masters degree in creative writing from the Johns Hopkins University. Countries of the Body was launched in 2006 at the Hay-on-Wye festival on a platform with Seamus Heaney, Margaret Atwood, and others. The opening poem, The Day we went to the Sea, won the 2005 British Council supported All India Poetry Competition; she was also a finalist in the Outlook-Picador Non-Fiction Competition. Her short story Lady Cassandra, Spartacus and the dancing man was published in its entirety in the journal The Drawbridge in 2007.[6] Her most recent book of poetry, Everything Begins Elsewhere[7] was published by Copper Canyon Press in 2013. Her newest book, The Adulterous Citizen – poems stories essays (2015) was launched at the 13th annual St. Martin Book Fair by House of Nehesi Publishers, making Tishani Doshi the first important author from India to be published in the Caribbean. Source: http://en.wikipedia.org/wiki/Tishani\_...

Tabitha Lasley
Tabitha Lasley
Author · 2 books
Tabitha Lasley was a journalist for ten years. She has lived in London, Johannesburg, and Aberdeen. SEA STATE is her first book.
Hyam Yared
Hyam Yared
Author · 4 books

Hyam Yared est née en 1975 à Beyrouth où elle vit avec ses trois filles. Poète et nouvelliste, elle a publié trois recueils de poésie qui lui ont valu des prix et de nombreuses invitations dans des festivals de poésie, notamment au Canada, au Portugal, au Mexique et en Suède.

Marta Breen
Author · 10 books
MARTA BREEN (b. 1976) is an author of non-fiction with a number of publications to her name. Among other things, she has written the story of women in Norwegian music, the book ”Born Feminist” and the bestseller ”60 Women You Should Know About” in collaboration with illustrator Jenny Jordahl. They have also worked together on the book «The F Word», which won the Norwegian Ministry of Culture’s textbook prize for young people.
Gianni Biondillo
Gianni Biondillo
Author · 14 books
Gianni Biondillo (Milano, 3 febbraio 1966) è uno scrittore e architetto italiano. Autore di romanzi, testi per il cinema e la televisione, articoli di tema artistico, letterario e politico, saggi su Pasolini e Proust. È membro del blog collettivo Nazione Indiana.
David Abulafia
David Abulafia
Author · 11 books

David Samuel Harvard Abulafia is a British historian with a particular interest in Italy, Spain and the rest of the Mediterranean during the Middle Ages and Renaissance. His published works include Frederick II, The Mediterranean in History, Italy in the central Middle Ages, The Discovery of Mankind: Atlantic encounters in the age of Columbus and The Great Sea: a human history of the Mediterranean.

Alexandra Klobouk
Alexandra Klobouk
Author · 1 books
Alexandra Klobouk is an author, and cultural and content illustrator, working between Berlin and the rest of the world. Her books have received many awards and have been published by Onkel&Onkel, C.H. Beck, and Antje Kunstmann. She regularly illustrates for Das Magazin of Zurich Tages-Anzeiger, Effilee, and periodically for others, such as ZEITMagazin.
Petros Markaris
Petros Markaris
Author · 22 books
Petros Markaris (Greek: Πέτρος Μάρκαρης) was born in Istanbul to an Armenian father and a Greek mother. He is one of the most successful living Greek authors. After studying economics, Markaris went on to work as a screenplay writer. He has lived in Germany and Austria for several years and translated Goethe and Brecht into Greek. International fame came through his series of crime novels featuring the eccentric Athenian detective Kostas Haritos, of which there are now five. Markaris lives in Athens and also co-writes film scripts with Theo Angelopoulos.
Antonello Provenzale
Antonello Provenzale
Author · 1 books

Antonello Provenzale (1958) si è laureato in Fisica nel 1982 e ha conseguito il Dottorato di Ricerca in Fisica presso l’Università di Torino nel 1987, con una tesi sui moti turbolenti a grande scala in oceano. Ricercatore presso il Consiglio Nazionale delle Ricerche dal 1987, è Dirigente di Ricerca dal 2007. Dal 2015 è direttore dell’Istituto di Geoscienze e Georisorse del CNR, con sede principale a Pisa. Dal 2000, l’attività di ricerca si è focalizzata sempre più sulla dinamica del clima planetario, sulle interazioni fra geosfera e biosfera e sugli impatti dei cambiamenti climatici su ciclo dell’acqua, incendi e processi eco-idrologici. Recentemente, si è dedicato sullo studio della “Critical Zone”, lo strato vivente fra il fondo dell’acquifero superficiale e la cima della vegetazione che include le falde, il suolo e gli organismi che lo abitano, la vegetazione, e tutti i processi fisici, chimici, geologici, geomorfologici e biologici che controllano l’alterazione delle rocce, i cicli biogeochimici e il funzionamento degli ecosistemi terrestri. Collabora con il Parco Nazionale Gran Paradiso, con cui ha promosso la creazione del primo osservatorio di Critical Zone italiano all’altopiano del Nivolet.

Francesco Costa
Francesco Costa
Author · 7 books
Francesco Costa è giornalista e vicedirettore de "Il Post". È nato a Catania e vive a Milano. Collabora con Roma Radio, ha lavorato anche per l’Unità e Internazionale, e ha scritto per IL, il mensile del Sole 24 Ore, e poi il Foglio, l’Ultimo Uomo, Grazia, Studio, Donna Moderna e Undici. Ha una laurea in Scienze Politiche.
Pino Cacucci
Pino Cacucci
Author · 18 books

Pino Cacucci (Alessandria, 1955) è uno scrittore, sceneggiatore e traduttore italiano. Cresciuto a Chiavari, si è trasferito a Bologna nel 1975 per frequentare il DAMS. All'inizio degli anni ottanta è vissuto per lunghi periodi sia a Parigi che a Barcellona. In seguito viaggia molto in America latina e soprattutto in Messico dove ha abitato per lunghi periodi. Ha pubblicato finora numerosi libri di narrativa e saggistica. Pone in risalto personaggi storici non vincitori, sommersi e nascosti dalla Storia ufficiale. Come posto in evidenza dallo stesso Autore nell´Opera "In ogni caso nessun rimorso”, la Storia viene scritta sempre dai vincitori ed i suoi protagonisti perdono, come conseguenza delle loro azioni tutto: battaglie, lavoro, amici, ideali, la loro stessa vita, tranne la dignità, ma con l'aggiuntiva sfortuna di vivere in un'epoca in cui la dignità stessa era l'ultima delle qualità necessarie per passare alla Storia. Particolarmente intensa è anche la sua attività come traduttore.

Margherita Carbonaro
Margherita Carbonaro
Author · 1 books

Margherita Carbonaro was born in Milan, Italy, in 1964. She studied Italian Philology and Literature at Milan State University. She has been working for over twenty years in publishing, both as an editor and as a translator from German and English – and presently also from Latvian – for some of Italy’s most prestigious publishing houses. She has translated, among others, works by significant authors such as Thomas Mann, Herta Müller, Max Frisch, Ingo Schulze, Uwe Timm, Pearl S. Buck, Nora Ikstena. Her translation of Zigmunds Skujiņš “Miesas krāsas domino” is scheduled to be published in 2017 by Iperborea Publishing House, Milan. She is also author of a collection of short stories, “La vita è qui / Das Leben ist hier”, Metropol Verlag, Berlin 2012. After having lived for several years in Berlin and Beijing, she lives currently in Italy and Southern Germany.

Jake Adelstein
Jake Adelstein
Author · 8 books

Jake Adelstein has been an investigative journalist in Japan since 1993 and low-ranking Zen Buddhist priest since 2017—and is unlikely to ever achieve satori. That's okay. He's considered one of the foremost experts on organized crime in Japan and works as a writer and consultant in Japan, the United States and France. He is the author of Tokyo Vice: A Reporter on the Police Beat in Japan (Vintage) and has written two other books published by Marchialy in France. 𝗝’𝗔𝗜 𝗩𝗘𝗡𝗗𝗨 𝗠𝗢𝗡 𝗔̂𝗠𝗘 𝗘𝗡 𝗕𝗜𝗧𝗖𝗢𝗜𝗡𝗦 (I Sold My Soul For Bitcoins) 2019

Michele Masneri
Michele Masneri
Author · 5 books
Michele Masneri è bresciano e vive prevalentemente sull’alta velocità tra Roma e Milano. Scrive schizofrenicamente di cultura, società e architettura. Come molti italiani ha scritto un romanzo, si intitola "Addio, monti", non c'entra con l'ex premier, ed è edito da minimum fax. Sono usciti in volume (Steve Jobs non abita più qui) i suoi reportage dalla Silicon Valley, dove è stato inviato per il quotidiano "Il Foglio".
Connie Palmen
Connie Palmen
Author · 15 books

Connie Palmen (Aldegonda Petronella Huberta Maria Palmen) is a Dutch author. She was born on November 25, 1955 in Sint Odiliënberg. Palmen debuted with the novel De wetten (1990), published in the USA as The Laws (1993), translated by Richard Huijing. The Laws was shortlisted for the 1996 International IMPAC Dublin Literary Award. Her second novel was De vriendschap (1995), published in the USA as The Friendship (2000), translated by Ina Rilke. Palmen had a relationship with Ischa Meijer in the years preceding his death in 1995. From 1999 on she lived with D66 politician Hans van Mierlo, and the couple married on 11 November 2009 until his death on 11 March 2010.

Cees Nooteboom
Cees Nooteboom
Author · 32 books

Cees Nooteboom (born Cornelis Johannes Jacobus Maria Nooteboom, 31 July 1933, in the Hague) is a Dutch author. He has won the Prijs der Nederlandse Letteren, the P.C. Hooft Award, the Pegasus Prize, the Ferdinand Bordewijk Prijs for Rituelen, the Austrian State Prize for European Literature and the Constantijn Huygens Prize, and has frequently been mentioned as a candidate for the Nobel Prize in literature. His works include Rituelen (Rituals, 1980); Een lied van schijn en wezen (A Song of Truth and Semblance, 1981); Berlijnse notities (Berlin Notes, 1990); Het volgende verhaal (The Following Story, 1991); Allerzielen (All Souls' Day, 1998) and Paradijs verloren (Paradise Lost, 2004). (Het volgende verhaal won him the Aristeion Prize in 1993.) In 2005 he published "De slapende goden | Sueños y otras mentiras", with lithographs by Jürgen Partenheimer.

Iperborea
Iperborea
Author · 10 books
Emilia Lodigiani fonda Iperborea nel 1987 con il preciso obiettivo di far conoscere la letteratura dell'area nord-europea in Italia. Una produzione di altissima qualità, che spazia da classici e premi Nobel, inediti o riproposti in nuove traduzioni; a voci di punta della narrativa contemporanea. Oltre ai paesi scandinavi (Svezia, Danimarca, Norvegia e Finlandia), Iperborea pubblica la narrativa dell'area nederlandese, estone, islandese (incluse le antiche saghe medioevali) e dal 1998 una collana di saggi letterari per offrire al lettore spunti di approfondimento. Nel 2010 lancia una nuova collana di gialli, "Ombre", alla base della quale rimangono le scelte che caratterizzano da sempre l'editore: l'attenzione alla scrittura, ai temi etici, sociali e politici del nostro tempo.
Emily Raboteau
Emily Raboteau
Author · 6 books
Emily Raboteau is an avid world traveler and professor at City College, in Harlem. She lives in New York with her husband, the novelist Victor LaValle, and their children. Her stories and essays have been widely published and anthologized in places such as The New Yorker, The Believer, The Guardian, The Oxford American, Guernica, McSweeney's, Tin House, Best American Nonrequired Reading and Best American Short Stories. Raboteau's awards include a Pushcart Prize, the American Book Award, a literature fellowship from the National Endowment for the Arts, and the Chicago Tribune's Nelson Algren Award. She is at work completing her second novel, Endurance, about a New York City building superintendent and his son with autism.
Elif Batuman
Elif Batuman
Author · 5 books

Elif Batuman is an American author, academic, and journalist. Born in New York City to Turkish parents, she grew up in New Jersey. She graduated from Harvard College and received her doctorate in comparative literature from Stanford University, where she taught. Batuman is currently the writer-in-residence at Koç University. While in graduate school, she studied the Uzbek language in Samarkand, Uzbekistan. Her dissertation, titled, "The Windmill and the Giant: Double-Entry Bookkeeping in the Novel," is about the process of social research and solitary construction undertaken by novelists. In 2007, she was the recipient of a Rona Jaffe Foundation Writers' Award. In February 2010, she published her first book, The Possessed: Adventures with Russian Books and the People Who Read Them, which details her experiences as a graduate student. She has also published pieces in The New Yorker, Harper's Magazine, and n+1. Her writing has been described as "almost helplessly epigrammatical." She resides in Twin Peaks, San Francisco.

Andrea Piva
Andrea Piva
Author · 2 books

Nato a Salerno nel 1971, esordisce nel 2000 scrivendo LaCapaGira, film recitato interamente in dialetto barese e diretto dal fratello Alessandro. La pellicola riscuote grandissimo consenso e vince il David di Donatello, il Nastro d’argento e il Ciak d’oro per la migliore opera prima. Nel 2002 scrive, sempre per la regia del fratello, il film Mio cognato, e nel 2008 firma la sceneggiatura di Galantuomini, per la regia di Edoardo Winspeare. Nel 2009 collabora con il regista austriaco Thomas Woschitz alla scrittura di Universalove, premio Max Ophüls in Germania alla migliore opera prima. Nel 2006 esordisce come narratore pubblicando da Einaudi il romanzo Apocalisse da camera. Nel 2009 inizia la carriera di giocatore di poker professionista diventando in breve uno dei nomi di maggiore spicco della scena online internazionale.

Peter Schneider
Peter Schneider
Author · 10 books
Peter Schneider is a German novelist. His novel Lenz, published in 1973, had become a cult text for the Left, capturing the feelings of those disappointed by the failure of their utopian revolt. Since then, Peter Schneider has written novels, short stories and film scripts, that often deal with the fate of members of his generation. Other works deal with the situation of Berlin before and after German reunification. Schneider is also a major Essayist; having moved away from the radicalism of 1968, his work now appears predominantly in bourgeois publications.
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